Questa Casa è il simbolo di un’umanità che vuole rigenerarsi, che vuole riprendere il cammino. Questo è un grande segno d’amore! È un grande segno di pace che ci sia anche questa realtà, molto concreta, molto umana, dove una creatura nasce, mentre avrebbe anche non potuto nascere. Si gioisce. Questa è una grande cosa. Questo è un grande “segno”
La Carta dei Servizi
DI SEGUITO LA NOSTRA CARTA DEI SERVIZI AGGIORNATA
La Carta dei Servizi dell’Istituto Casa Famiglia San Pio X intende descrivere sinteticamente l’organizzazione della Casa, i principi ispiratori che ne sostengono il funzionamento, i servizi offerti e gli impegni del sistema qualità.
La Carta dei Servizi rappresenta l’impegno che l’Istituto si assume nei confronti dei propri ospiti, nonché degli Enti invianti, di fornire un qualificato servizio e costituisce anche un importante veicolo di comunicazione sia all’interno che nei confronti delle organizzazioni esterne.
La presente Carta dei servizi è frutto di un processo condiviso e partecipato da parte dei “Familiari” responsabili e degli operatori tutti. La Struttura ha ottenuto l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento istituzionale da parte della Regione Veneto secondo la legge 22/02 per l’accoglienza di 6 nuclei mamma-bambino e 2 nuclei in Pronta Accoglienza. Abbiamo superato grandi difficoltà per adeguare un edificio storico alle normative vigenti ed ottenuto le prime autorizzazioni nell’anno 2014.
Casa Famiglia S. Pio X è una fondazione di religione istituita il 19 marzo 1910 con la benedizione di S. Pio X. In base ai Canoni nn. 114 e 1489 del Codice di Diritto Canonico, è stato istituito in persona giuridica con finalità di religione dal Card. Giovanni Urbani il 21 novembre 1960. Ha ottenuto poi il riconoscimento giuridico con Decreto del Presidente della Repubblica n. 693, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 191 del 3 agosto 1961.
Per molti anni la Casa, dopo la sua apertura, ha provveduto ad accogliere ragazze gestanti e ragazze madri per assisterle nel periodo di gravidanza e dopo la nascita del bambino, fino a che non avessero trovato una sistemazione per il futuro.
Dopo la sua fondazione, per un lungo periodo, è stata diretta e gestita da alcune laiche che ne hanno fatto uno scopo di vita.
Dal marzo 1991 hanno prestato la loro opera nella Casa le suore e le sorelle laiche dell’Ordine delle Piccole Famiglie della Visitazione (Comunità di Sammartini), una comunità religiosa di Bologna (fondata da don Giovanni Nicolini). La collaborazione con questa comunità è durata fino al 1998, quando quest’Ordine non ha più potuto garantire la sua presenza per le accresciute responsabilità assunte nella Diocesi di Bologna.
Successivamente dal 1999 la Casa è stata affidata dal Patriarca a persone e coppie di sposi della Diocesi di Venezia chiamati Familiari, che gestiscono tuttora la Struttura in gratuità, con la collaborazione di una equipe multiprofessionale di operatrici (educatrici, psicologa, assistenti sociali e alcune operatrici socio – sanitarie).
Dal 1962 la Struttura ha gestito anche un Asilo Nido aperto al quartiere, riconosciuto dalla Regione Veneto, con una capienza di 33 posti, cinque dei quali riservati ai bambini delle mamme ospitate nella Struttura. Nell’anno scolastico 2015/2016 l’Asilo Nido è stato dato in gestione alla Cooperativa Sociale Macramè, purtroppo fallita nel luglio 2016. L’Istituto ha ritenuto di provare a mantenere il servizio aperto per l’anno scolastico 2016/2017, decidendo la chiusura definitiva il 31 luglio 2017.
Nel 2005 i Familiari hanno fondato l’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus con l’intento di provvedere alle esigenze economiche dell’Istituto nei suoi diversi Servizi, sostenere i nuclei in modo particolare nel momento delle dimissioni e del loro reinserimento sociale, e di partecipare a bandi economici per nuove progettualità.
Il Consiglio dei Familiari, tenuto conto dei bisogni emersi a seguito delle situazioni di crisi economico-lavorative-abitative-relazionali che si sono succedute nel tempo, ha promosso l’attivazione di ulteriori servizi in supporto dei nuclei ospitati e dei bisogni del territorio circostante.
Sono nati così il Progetto Abitare, nelle sue varie declinazioni per l’autonomia abitativa, ed il Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le Nuvole”, per diverse opportunità offerte alle famiglie.
A seguito della nascita di questi servizi è stato doveroso dedicare del tempo per rivedere gli aspetti organizzativi ed educativi dell’Istituto: così fin dal 2017 si è dato avvio ad un percorso di riforma sia sul piano organizzativo-gestionale che progettuale.
È stato rivisto l’organigramma, individuando in particolare i coordinatori, come figure chiave dei vari servizi erogati, ed è stata individuata la figura del Responsabile dei servizi per orientare e armonizzare i vari Progetti offerti.
Per completare la riforma è cominciato uno studio sui vari aspetti dei Progetti Educativi, sotto la guida del Prof. Tuggia, per adeguare la dotazione di strumenti professionali alle Linee di indirizzo nazionali per il sostegno alle famiglie vulnerabili e per la tutela dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia del 21 dicembre 2017 e Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali per bambini e ragazzi, approvate il 14 dicembre 2017.
Il 26 maggio 1999, dopo un anno di sperimentazione e servizio, la gestione della Casa viene affidata direttamente alle coppie di sposi che avevano dichiarato la loro disponibilità ad assumere la responsabilità di Casa Famiglia S. Pio X.
In questa occasione il Patriarca, riprendendo il pensiero dei suoi predecessori, ed in particolare quello del Cardinal Roncalli pronunciato in una delle sue visite a Casa Famiglia, che diceva “Tutte sono buone ed ancor più buone vogliono diventare”, ha affermato:
“Questa Casa è il simbolo di un’umanità che vuole rigenerarsi, che vuole riprendere il cammino. Questo è un grande segno d’amore! È un grande segno di pace che ci sia anche questa realtà, molto concreta, molto umana, dove una creatura nasce, mentre avrebbe anche non potuto nascere.
Si gioisce. Questa è una grande cosa. Questo è un grande “segno” ….
Vogliate bene a queste ragazze, amatele per come sono, state loro vicino….
Grazie per l’amore che avete voluto a questa Casa. Vi dico grazie perché so che questa Casa poteva anche chiudersi, invece grazie a voi continua.
Per me questa Casa può diventare un luogo simbolico, ma non nel senso puramente idealistico, bensì un luogo che è una realtà fatta di persone concrete, con le loro qualità e i loro difetti, una realtà vera, ma che però è anche il simbolo di un’umanità che vuole rigenerasi, che vuol riprendere a camminare.
Vi ringrazio personalmente e anche a nome della nostra Chiesa: è l’inizio di un cammino che deve crescere e deve crescere in condivisione sempre più larga e sempre più sentita, ma bisognerà sempre più sollecitarla.”
Patriarca Marco Ce’
L’Istituto Casa Famiglia San Pio X ha vissuto negli ultimi anni un processo di riorganizzazione e riprogettazione che ha condotto alla rimodulazione dell’organizzazione dei servizi e dei Progetti Educativi.
Attualmente l’Istituto comprende i seguenti servizi: la Comunità Educativa mamma-bambino, “Casa Famiglia San Pio X”, situata nell’Isola della Giudecca, il Progetto Abitare per la sperimentazione all’autonomia, ed il Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le Nuvole”, aperto ai bisogni del territorio.
É in fase di avvio e progettazione una nuova Comunità Educativa mamma-bambino, “Casa Taliercio”, situata in terraferma.
La Comunità mamma-bambino denominata San Pio X (da adesso in poi Casa) opera d’intesa con i Servizi offerti dall’Istituto, con i Servizi invianti e le ospiti accolte. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro definito dai Servizi ed un Progetto Educativo Individuale elaborato all’ interno della Struttura. Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione.
L’obiettivo che ci proponiamo come Casa Famiglia è quello di accompagnare le ospiti ed i loro bambini in una esperienza concreta di vita familiare allargata, come ben esplicitato nel mandato agli sposi da parte del Patriarca Marco Cé e approfondito nei principi ispiratori della Casa. Attraverso questo stile di vita quotidiano si offre l’opportunità di imparare a convivere, a relazionarsi in modo rispettoso con gli altri, ad avviare una lenta e progressiva azione di recupero della personalità e dell’autostima di ognuno.
L’attività della Casa consiste in un percorso di vita temporaneo, finalizzato al miglior reinserimento possibile delle persone nel contesto sociale. Certi che solo attraverso una rete parentale e/o amicale è possibile raggiungere questo obiettivo, e a fronte di profonde solitudini o fragilità, la Casa si avvale del sostegno offerto dall’équipe multiprofessionale con l’appoggio di una rete di volontari.
Casa Famiglia non possiede alcuna rendita patrimoniale o finanziaria, ma si regge con la compartecipazione ai costi attraverso le rette sostenute dagli Enti che inviano le ospiti, con donazioni e con un contributo della Chiesa Veneziana derivante dall’Otto per mille. Il sostegno dell’Associazione Amici di Casa Famiglia ODV è una parte importante perché attraverso progetti mirati consente lo svolgimento delle attività di supporto ai nuclei ed al mantenimento della Casa stessa, secondo il proprio Statuto.
L’obiettivo che ci proponiamo come COMUNITA’ EDUCATIVA MAMMA BAMBINO è quello di accogliere e accompagnare le ospiti ed i loro bambini in una esperienza concreta e quotidiana di vita familiare e sociale.
Si intende, in particolare, trasmettere la possibilità di sperimentare un approccio relazionale nuovo tra le persone presenti, che sappia rispettare cultura e origini diverse.
Si tende costantemente ad una progressiva azione di recupero della personalità di ognuno, della relazione mamma-bambino e della famiglia di origine ove esistente.
L’attività della Casa, infine, consiste in un percorso di vita temporaneo, finalizzato al miglior reinserimento possibile delle persone nel contesto sociale, mettendo in atto anche attività che mirano a facilitare l’integrazione e la socializzazione dei nuclei ospitati.
Alla luce di quanto detto, la Casa, oltre ai sei nuclei consentiti, ritiene doveroso rendersi disponibile ad accogliere anche due nuclei in PRONTA ACCOGLIENZA per far fronte ad un loro eventuale stato di emergenza.
La struttura accoglie 6 nuclei più 2 in Pronta Accoglienza, composti da donne, donne in gravidanza, mamme e bambini fino al massimo di 8 anni di età (vedi Statuto).
La Casa non può accogliere donne con conclamate problematiche legate alla tossicodipendenza, all’alcolismo e con gravi diagnosi psichiatriche.
Casa Famiglia intende essere uno spazio dedicato ad accogliere mamme e bambini nella loro individualità, nella loro relazione e nei legami con il “mondo esterno”, pertanto:
Il luogo dell’ accoglienza, dell’ascolto, della “tenerezza e della fermezza” materna e paterna, vissute nella quotidianità. Le donne hanno l’opportunità di riprendere il loro vissuto a partire dalla più tenera età: le accompagniamo a scoprire e valorizzare le loro potenzialità, assumendo conseguentemente le proprie funzioni e responsabilità;
Il luogo del recupero dei nodi problematici e della ricollocazione nella storia, nell’ambiente sociale, nella famiglia di origine: il momento della maternità e della relazione con i propri figli spesso porta con sé e fa riaffiorare il vissuto e la sofferenza, le carenze ed i “buchi relazionali” sperimentati dalle donne-mamme;
Il luogo della valorizzazione e dell’accettazione della diversità. Viene dato valore alla diversità, intesa come capacità ad accogliere ogni persona nella sua specificità: a partire dall’età, dalle esperienze vissute, dalle competenze e dai valori di cui ogni persona è portatrice. Consapevoli delle diversità di ruolo e personali di cui sono portatori gli stessi operatori e famigliari;
Il luogo dove appare fondante la dimensione della tutela e della promozione della persona, in un rapporto educativo-formativo dei bambini con le loro mamme, le quali più precisamente scopriranno di trovarsi impegnate su un duplice fronte auto-educativo ed etero-educativo;
Il luogo della protezione dei più piccoli in attesa che le loro mamme, ed eventualmente i loro papà, abbiano ritrovato o trovato (perché mai avuto) un certo benessere psico-fisico-relazionale; Casa famiglia vuole essere luogo in cui si pone la massima attenzione allo stato di salute globale dei bambini attivando dove e se necessario gli opportuni sostegni, permettendo loro di crescere all’interno di relazioni che rispettino la “giusta distanza” dagli adulti. Distanza che consente un’autonomia psico-fisica-relazionale;
Il luogo in cui si elabora e si attua il “progetto personale” in accordo con i Servizi invianti, e sempre a partire dal sentire e dalla volontà della persona interessata. Ciò avviene in seguito alla individuazione di risorse personali ( sociali, culturali, economiche, ecc.) delle mamme e dei bambini, rispettando i ritmi e i tempi di ogni singolo individuo.
Il luogo in cui si valorizzano i legami con i diversi componenti della famiglia d’origine, dove possibile. È importante tenere sempre presente che le persone accolte nella nostra Casa lasciano all’esterno qualcuno, qualcosa: una storia e delle abitudini ben consolidate, forse una casa e degli oggetti; i bambini “lasciano i loro papà” e a volte i loro nonni ed amici. In qualche modo, durante questo percorso, devono e/o possono imparare a dare significato a quello che hanno lasciato fuori, vedere cosa si può recuperare e/o “perdonare”;
Il luogo dell’apprendimento e della trasmissione, partendo dalla consapevolezza che le mamme per prime devono fare esperienza di legami significativi, di accoglienza, di cura, di ascolto;
Il luogo dell’”equilibrio” tra il soggetto e gruppo comunitario.È importante rendere significativo ogni momento della giornata e trasmettere quanto sia utile e fattibile imparare a parlarsi e a rispettarsi. “La nostra libertà termina dove inizia la libertà dell’altro”. È fondamentale osservare, gestire e sostenere quotidianamente le dinamiche relazionali che si sviluppano all’interno del gruppo, ponendo particolare attenzione ai rapporti adulto – minore, adulto – adulto, minore – minore;
Il luogo, infine, di apertura delle persone ospiti al territorio, favorendo sia momenti di incontro all’interno della struttura sia la partecipazione alle attività e alle relazioni promosse dal territorio stesso, consentendo così di allacciare costruttivi rapporti interpersonali e sviluppando la capacità di usufruire delle opportunità offerte a tutti i cittadini. È necessario trasmettere il concetto fondamentale che la vita vissuta all’interno di Casa Famiglia deve essere una parentesi della loro vita.
La metodologia di lavoro è basata sulla multidisciplinarietà degli interventi educativi vissuti nella quotidianità dei progetti di vita di ogni nucleo accolto, tenuto conto del Progetto Educativo generale della Casa.
Il focus di lavoro è considerare la persona nella sua globalità ed il nucleo nella sua complessità.
Il metodo è arricchito dalla collaborazione quotidiana tra l’équipe dei professionisti e la Comunità dei Familiari, responsabili della Casa.
Per garantire una buona qualità operativa e relazionale, sono state individuate modalità e tempi di collaborazione e di condivisione rispetto allo stile di vita della Casa ed ai progetti da attuare: incontri settimanali per il coordinamento dei Familiari responsabili, quindicinali per l’équipe, quindicinali per l’équipe dei Coordinatori, periodici per l’équipe complessa tra operatori e Familiari, mensili per tutte le équipe per la supervisione . In tutti questi luoghi di incontro è possibile affrontare tematiche legate alla programmazione e alla discussione dei piani di intervento dei nuclei accolti e alle dinamiche di gruppo, ponendo attenzione ai loro bisogni ed alle indicazioni date dai Decreti del Tribunale dei Minori e dai Progetti Quadro.
Si opera d’intesa con i Servizi invianti, i Servizi specialistici dove necessario, e le ospiti attraverso frequenti incontri. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro definito dai Servizi ed un Progetto Educativo Individuale elaborato all’ interno della Struttura.
Dopo anni di sperimentazione siamo arrivati alla decisione di lavorare per microprogetti attraverso l’individuazione di obiettivi S.M.A.R.T., perché possano essere Semplici, Misurabili, Accattivanti, Realistici, Temporalizzati, per le persone che devono viverli ed attuarli.
Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione.
Vengono altresì attuati progetti ed interventi rivolti al singolo, al nucleo ed al gruppo ospitato, seguendo i principi ispiratori ed il Progetto Educativo della Comunità.
Ogni nucleo assistito ha un Fascicolo Personale in cui sono riportati i dati personali, le informazioni sanitarie, le comunicazioni con il Servizio inviante ed ogni altra informazione connessa al P.Q. ed al PEI. Viene ovviamente garantita la piena e completa attuazione della normativa, civile e penale, a tutela del diritto alla riservatezza dei nuclei accolti.
La convivenza all’interno della Casa richiede particolare attenzione vista la diversa provenienza delle persone e il carico di dolore del quale ognuno è portatore e tenuto conto che la Casa è abitata da donne adulte, giovani donne e minori.
Richiedono attenzione specifica il primo periodo dell’inserimento, l’emanazione di un nuovo decreto da parte del Tribunale dei Minori o del Tribunale Ordinario e le dimissioni.
Vengono attuati colloqui individuali formali o informali, o anche di gruppo per sostenere ed accompagnare le persone accolte a comprendere e ad elaborare alcune situazioni o accadimenti del quotidiano. Vengono altresì programmate attività di gruppo interne o esterne alla struttura, volte a favorire la socializzazione e la condivisione di vissuti ed attività piacevoli.
Sono previsti, inoltre, particolari dispositivi, a carattere terapeutico, che favoriscano la discussione ed il confronto tra i diversi soggetti, sia su tematiche di interesse comune, sia su argomenti specifici proposti dall’ équipe o dalle Responsabili:
“Gruppo di parola” tra le donne ospitate, condotto dalla Coordinatrice del Centro per la Famiglia Oltre le nuvole, psicologa, e dalla Coordinatrice della Casa, volto a favorire la discussione ed il confronto per quanto riguarda temi di interesse comune proposti da loro stesse o dalle professioniste. Gli argomenti e le modalità di conduzione hanno valenza terapeutica. Il gruppo si incontra con cadenza quindicinale.
“Gruppo per la convivenza” proposto alle donne accolte e condotto Coordinatrice della Casa ed una operatrice di riferimento per la quotidianità, e per esigenze specifiche assieme ad uno dei Responsabili. Viene attuato con cadenza quindicinale ed ha lo scopo di favorire la condivisione di tematiche legate alla convivenza nella quotidianità, alla lettura e discussione in merito ai diritti/doveri di ogni individuo, ai diversi stili di vita, all’ utilizzo della parola piuttosto che agiti violenti o strumentalizzazioni dei figli.
“Attività e progetti promossi dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole” e rivolti a gruppi di minori, coppie mamma-bambino e gruppi di mamme.
Viene inoltre garantita la possibilità di formazione per operatrici e Familiari, interna attraverso l’organizzazione di incontri formativi rivolti ad entrambi i gruppi, esterna mediante la partecipazione a seminari, convegni, master, corsi di perfezionamento o specializzazione secondo il Piano Formativo annuale.
È importante considerare come nella vita residenziale la questione del rapporto tra regole e quotidianità si ponga nei termini della condivisione di regole, che orientino i comportamenti al fine di adottare uno stile di vita rispettoso di tutte le persone accolte e dei loro diversi progetti di vita. A tale proposito sono stati predisposti specifici regolamenti interni.
L’ammissione
La richiesta di ammissione del nucleo viene effettuata da parte dai Servizi Sociali e/o Socio-Sanitari territoriali e/o anche per conto del Tribunale dei Minori, da parte delle Forze dell’Ordine, prima telefonicamente, poi attraverso incontri specifici e viene infine formalizzata attraverso comunicazione scritta.
La richiesta viene tempestivamente valutata dal Consiglio dei Famigliari nel corso dell’incontro di coordinamento successivo alla data della richiesta, con il compito di esaminare la situazione del nucleo proposto per l’inserimento, in riferimento ai bisogni evidenziati, alla compatibilità con i nuclei già accolti e alle risorse della Casa in quel momento disponibili. Tutte le comunicazioni con i Servizi esterni vengono gestite dalla Direttrice della Casa e/o dalla Responsabile dei Servizi, e successivamente condivise con la Coordinatrice del servizio.
I criteri di ammissione tengono conto delle specificità e delle risorse della struttura e sono i seguenti:
- assenza di conclamate problematiche legate alle dipendenze e a disagi psichiatrici;
- i minori accolti non devono superare i sei / sette anni di età ;
- disponibilità ad accogliere minori fino alla conclusione della scuola primaria nei casi in cui siano presenti fratelli di età inferiore, nell’intento di non creare ulteriori separazioni all’interno del nucleo;
- compatibilità rispetto alle caratteristiche dei nuclei già presenti.
La risposta alla richiesta di ammissione viene data prima telefonicamente e successivamente attraverso una comunicazione scritta. Vengono altresì, indicate le condizioni economiche della retta commisurate alle necessità del nucleo. La retta base (comprensiva di vitto, alloggio, cure sanitarie, visite protette nella struttura, asilo nido, spese scolastiche e altre necessità di emergenza) può variare in base al tipo di Percorso individuato tra quelli offerti.
La tipologia dei percorsi proposti e concordati sulla base dei bisogni del nucleo evidenziati nel Progetto Quadro e nelle decisioni dei Tribunali, possono essere confermati o modificati a seguito della valutazione conclusiva della fase di osservazione.
I Percorsi sono i seguenti:
- Maternage
- Sostegno alla genitorialità
- Sostegno alla genitorialità in presenza di ulteriori vulnerabilità ( figli disabili, più figli, difficoltà di salute della mamma )
- Protezione
- Pronta accoglienza
- Mamme sole in vista di ricongiungimento
- Donne sole
- Minore solo (nel caso di abbandono o separazione)
- Madre segreta
Fase di pre-inserimento
È previsto un periodo di pre-inserimento, durante il quale viene organizzato un primo incontro di conoscenza diretta del nucleo e per presentare Casa Famiglia e il contesto. Vengono consegnati all’ospite la documentazione relativa a regolamento e Carta dei Servizi e si cercheranno di capire le motivazioni della signora.
Si prenderanno poi accordi affinché il nucleo possa visitare la Casa Famiglia e conoscere le caratteristiche della vita comunitaria. Sarà questa l’occasione per ri-condividere il Progetto Quadro.
Accoglienza
Tempo di osservazione: è prevista una fase dedicata all’ osservazione e conoscenza di circa un mese e mezza. Sulla base delle informazioni ricavate dalla fase precedente, l’’equipe insieme a Responsabile dei Servizi e Coordinatore di Casa Famiglia elaborano il percorso di osservazione. La Responsabile dei Servizi ed il Direttore di Casa Famiglia elaborano una retta relativa alla fase di osservazione.
Nella fase di osservazione si prevedono degli affiancamenti mirati da parte delle operatrici con il nucleo.
Gli ambiti di osservazione e di relazione riguardano: la quotidianità, ed in particolare la cura e pulizia della persona, dei luoghi assegnati, degli spazi condivisi ed i ritmi organizzativi della Casa; la conoscenza reciproca e del territorio, attraverso l’organizzazione di uscite ed all’aperto; la relazione mamma-bambino, attraverso l’offerta di attività mirate ed adeguate all’età del minore.
La fase di osservazione si conclude con una valutazione tra i diversi servizi coinvolti condividendo una eventuale riformulazione della retta e del percorso individuato.
La retta ed il percorso vengono condivisa e approvata dal Consiglio dei Familiari.
La proposta di percorso con relativa retta viene presentata ai Servizi invianti per formalizzare l’accordo.
Il percorso viene condiviso con familiari e operatrici dell’équipe di Casa Famiglia da parte del Responsabile dei Servizi.
Tempo di inserimento: la fase di inserimento in Casa Famiglia si sviluppa a partire dalle osservazioni effettuate e dall’individuazione della tipologia di percorso specifico da perseguire con il nucleo.
Sulla base di tale percorso, la Coordinatrice e l’équipe coprogetteranno con il nucleo gli obiettivi, le azioni, le tempistiche e successiva verifica di quanto raggiunto, per poi rivalutare e riprogettare attraverso la microprogettazione.
Le cornici di riferimento sono il Progetto Quadro, che verrà declinato in un PEI, che verrà poi rivisto trimestralmente, in cui saranno presenti gli obiettivi a medio e lungo termine, per orientare il lavoro educativo nella quotidianità e la microprogettazione, a breve termine, condivisa con l’ospite.
Il progetto di pronta accoglienza prevede modalità e tempi ridotti nelle procedure dell’accoglienza. La Direttrice e/o la Responsabile dei Servizi, una volta ricevuta la richiesta telefonica da parte del Servizio inviante o delle Forze dell’ Ordine, si consultano e successivamente contattano telefonicamente la Coordinatrice e gli altri membri del Consiglio. Pertanto la risposta al Servizio viene data nel giro di poche ore e, se positiva, viene tempestivamente attivato il percorso di accoglienza coinvolgendo ed informando anche tutto il personale mediante telefonate e comunicazioni scritte nel diario. La risposta scritta al Servizio verrà formalizzata nei giorni successivi seguendo le modalità sopra indicate. Tale accoglienza potrà avere la durata di 120 giorni eventualmente prorogabili o convertibili in un consueto progetto di inserimento. L’iter di progettazione segue le modalità indicate nella fase di inserimento.
Conclusione dell’accoglienza
Il tempo di permanenza dei nuclei accolti si conclude a seconda dei differenti percorsi, dei Progetti Quadro, e delle indicazioni del Tribunale per i Minori e del Tribunale Ordinario.
I criteri di conclusione del progetto di accoglienza residenziale tengono conto dell’importanza e della fragilità di questa nuova fase del percorso e intendono dare valore, quando possibile, alla coprogettazione tra le parti interessate: la madre accolta con il suo bambino, la nostra Struttura, il Servizio inviante, eventuali servizi specialistici e i Tribunali.
Le tipologie di conclusione del progetto possono essere diversificate a seconda dei percorsi di vita dei nuclei accolti e delle decisioni da parte del Tribunale o dei Servizi.
- Percorso verso l’autonomia abitativa e l’emancipazione del nucleo
I servizi offerti in questa fase nascono dalla consapevolezza che, in un tempo breve di permanenza, non tutti gli obiettivi del PQ potranno essere raggiunti e/o consolidati da parte del nucleo, e in particolare da parte dei genitori nella loro funzione genitoriale. Si tiene conto, inoltre, della complessità e della fragilità dell’attuale sistema abitativo e socio-economico.
Gli accordi e la coprogettazione si fondano su alcuni criteri valutativi necessari per orientare e semplificare la complessità delle scelte e delle azioni. Gli elementi di rischio che potrebbero emergere, in questa fase, dovranno essere limitati ad una sola area tra quelle sottoindicate. In tal caso, questo Percorso, potrà proseguire con la predisposizione e condivisione di interventi a sostegno, adeguati e consoni alle esigenze di tutela. In particolare, le aree di valutazione e/o sostegno mirato sono le seguenti:
- area lavorativa: è necessario che la madre, o almeno il padre in caso di ricongiungimento, possieda un contratto di lavoro in regola che consenta di sostenersi economicamente. A fronte di eventuali imprevisti e/o arresti lavorativi temporanei, sarà necessario sia attivato un sostegno economico specifico, quale ad esempio il Reddito di Cittadinanza, con il quale avere una certa autonomia economica;
- area abitativa: la madre, dopo aver raggiunto una certa autonomia e cura nella quotidianità, deve aver prima avviato, e poi raggiunto, l’individuazione e la concretizzazione di una nuova soluzione abitativa attraverso il mercato privato o alloggi Erp o Emergenza abitativa o altra comunità o infine rientro al proprio domicilio;
- capacità genitoriale: devono essere superati e/o contenuti i comportamenti che risultavano inizialmente pregiudizievoli da parte della madre (e/o del padre) per la crescita del figlio; deve essere in grado di organizzare la vita del figlio in sua assenza. In situazione del perdurare di una certa fragilità o solitudine del nucleo, vanno programmati attivazione di forme di sostegno domiciliare (famiglia di sostegno, SED..);
- relazione con l’ambiente: fondamentale che la madre e/o altre figure significative per il minore abbiano appreso capacità relazionali con alcune figure essenziali per il benessere del minore, ma anche per il proprio: medico/pediatra; scuola; datore di lavoro; baby sitter, ed altre figure significative per il nucleo.
In questa fase l’Istituto propone dei servizi di continuità:
- accompagnamento, sostegno e monitoraggio da parte dell’équipe di Casa Famiglia verso l’avvio della nuova sistemazione abitativa;
- accompagnamento, sostegno e monitoraggio al nucleo attraverso percorsi specifici offerti dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole, concordando rimborso spese per i servizi offerti;
- passaggio al Progetto Abitare, concordando la nuova retta.
- Percorso di accompagnamento alla separazione tra mamma e bambino per decisione del Tribunale o per volontà della madre.
In questa tipologia di conclusione dei Percorsi, la programmazione delle azioni e la coprogettazione risulta essere molto difficile, se non impossibile, per ciò che concerne il coinvolgimento della madre o di entrambe i genitori.
Nel caso di Decreto del TM che preveda la separazione verso l’adozione o l’affido del minore, viene previsto il suo accompagnamento graduale verso la nuova famiglia e il sostegno alla madre, alla quale viene offerta e concordata tra le parti l’opportunità di rimanere temporaneamente presso la nostra Casa fino al raggiungimento di una nuova soluzione abitativa.
Nel caso in cui la madre decida, consapevolmente o inconsapevolmente, di abbandonare il figlio, la Comunità sarà tenuta a farsi carico del minore fino all’individuazione da parte del Tribunale dei Minori di una famiglia a rischio giuridico, adottiva, o famiglia affidataria, con funzione di ponte verso altra soluzione. In tal caso viene attivato, in accordo con il Servizio inviante, un affiancamento del minore secondo le sue esigenze, tenuto conto delle nostre risorse, con un conseguente adeguamento della retta e per un tempo massimo di circa un mese. Questa soluzione dovrà essere assolutamente contenuta nel tempo, nell’intento di non arrecare ulteriore danno al piccolo non essendo, la nostra, una Struttura adeguata all’ accoglienza di minori soli.
Per queste tipologie di conclusione non ci sono dei criteri prestabiliti, ma è necessaria tempestività e chiarezza nel determinare nuove progettualità che tengano conto delle esigenze del minore e della madre, nella loro nuova condizione.
- Prendere atto della fuga del nucleo
Nel caso in cui la madre, congiuntamente al figlio, abbandoni la Struttura, va fatta immediata segnalazione alle Forze dell’ Ordine e ai Servizi invianti.
L’organigramma e la struttura organizzativa della Comunità Educativa dedicata all’accoglienza di mamme e bambini denominata “Casa Famiglia San Pio X”, vengono ampiamente dettagliate nel “Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi dell’Istituto Casa Famiglia San Pio X”.
La Comunità è parte di un insieme di servizi che operano in sinergia per offrire risposte adeguate alla complessità dei bisogni dei nuclei accolti.
Lo schema non è esaustivo di tutte le figure che a vario titolo operano all’interno della Casa, ma, nella logica di una circolarità di pensiero e di relazioni, la compresenza di diverse persone e gruppi permette una crescita reciproca e la convivenza con situazioni complesse e dolorose.
Le figure significative all’interno della Casa sono le seguenti:
- Il delegato patriarcale rappresenta all’interno dell’Istituto Casa Famiglia S.Pio X il Patriarca di Venezia.
- Il presidente è nominato dal Patriarca di Venezia ed ha la rappresentanza giuridico-legale a tutti gli effetti dell’Istituto Casa Famiglia S.Pio X.
- La comunità dei Familiari è costituita principalmente da persone e da coppie di sposi che si sono assunte la responsabilità di gestire la Casa ed offre rassicurazione e protezione in un clima familiare. Il gruppo ha compreso che, per poter garantire nel tempo la propria presenza e pur considerando come prioritaria e necessaria la vita personale e familiare, è indispensabile che gli incarichi siano suddivisi e ridistribuiti in base alle competenze e alle disponibilità di ciascuno. Il gruppo dei Familiari porta, dunque, in Casa Famiglia la propria esperienza di vita, e si avvale della professionalità di un’équipe multi professionale indispensabile alla gestione della Struttura secondo le disposizioni di legge.
- L’équipe delle operatrici è composta da differenti professionalità (Assistenti Sociali, Psicologa, Educatrici Professionali, Operatrici Socio Sanitarie) che, con incarichi diversi, consentono di affrontare la complessità della quotidianità. Il lavoro quotidiano di vicinanza relazionale da modo ad ogni specifica professionalità di osservare, valutare e sostenere ogni nucleo nella complessità del proprio progetto di vita e nelle relazioni mamma-bambino ed interpersonali.
- Il gruppo dei volontari: ogni persona, dopo un periodo iniziale di formazione e di affiancamento, viene inserita in attività specifiche e limitate, ma indispensabili per un buon funzionamento di tutta la struttura. Viene richiesto di rispettare alcune regole definite in un apposito regolamento e di partecipare a periodici incontri formativi ed organizzativi. Si è attivata anche una convenzione con una scuola superiore all’interno del progetto del Ministero della Pubblica Istruzione “Alternanza scuola- lavoro”.
- Il gruppo delle baby sitter: è stata attivata una rete di persone che offrono il servizio di cura dei minori nei momenti in cui le mamme sono occupate per lavoro o terapie. Sono formate in modo specifico, partecipano a periodiche formazioni, firmano un regolamento e si affiancano al lavoro quotidiano delle operatrici; è un servizio che può continuare in modo diversificato dopo le dimissioni.
- I tirocinanti, la Casa ha stilato delle convenzioni con scuole professionali e istituti universitari pubblici e privati per consentire agli studenti di partecipare ai progetti di vario tipo che vengono proposti per la “buona vita” delle ospiti.
- Il supervisore esterno, psicoterapeuta, attraverso incontri periodici, consente riflessioni e approfondimenti alle operatrici e ai Familiari. Offre uno spazio di pensiero e di parola su quanto si sta vivendo ed attuando.
La Casa si trova sull’isola della Giudecca a Venezia, nelle vicinanze dell’imbarcadero dei vaporetti e quindi facilmente raggiungibile dal centro di Venezia e dalla terraferma e ben collegata con eventuali sedi di lavoro, servizi e luoghi di aggregazione. Dispone di due edifici contigui, più un ampio giardino per un totale di circa 1000 metri quadrati. Questo spazio è suddiviso in tre aree, a seconda delle esigenze dei servizi dell’Istituto.
Ogni spazio della Casa è stato pensato per permettere momenti di condivisione e aggregazione negli ampi spazi comuni e momenti di intimità per mamma e bambino nella propria camera dotata di bagno personale, ambiente che può personalizzare e che tutela la sua privacy.
La Comunità mamma – bambino è disposta su tre piani:
- piano terra: comprende l’ingresso, la cappella, la dispensa, una cucina , il bagno per i disabili e un deposito.
Al piano terra vi è un’area riservata ad un Centro per l’infanzia e la famiglia.
- primo piano: comprende gli uffici composti da tre stanze e una sala riunioni, un bagno, una cucinetta con annessa mensa. Gli uffici sono condivisi con l’équipe del Progetto Abitare e dell’Associazione.
Un salottino per attività individuali e di gruppo, ed una sala giochi per i bambini, un ampio soggiorno e una cucina. Sei stanze adeguatamente arredate con bagno per le ospiti e una stanza per le operatrici che svolgono il turno di notte e una piccola lavanderia.
- Secondo piano: comprende tre stanze con bagno per le ospiti, una piccola lavanderia e spogliatoio con bagno per baby sitter e volontari.
Gli ampi spazi offerti da questa Struttura consentono di distribuire le ospiti a seconda delle caratteristiche del nucleo, adeguando l’utilizzo delle camere al numero dei componenti, delle loro esigenze e delle indicazioni da rispettare per le procedure di pronta accoglienza.
Ogni aspetto dello spazio fisico è finalizzato a far sentire il nucleo a “casa sua”, in un ambiente accogliente in cui può muoversi liberamente, ma nel rispetto delle normative di sicurezza.
L’arredamento è quello di una normale casa ed è fatta particolare attenzione alla pulizia e alla cura degli ambienti comuni attraverso turni concordati tra le ospiti e periodiche pulizie straordinarie.
- PROGETTO ABITARE
Il Progetto Abitare è un servizio dell’Istituto che opera in collaborazione con l’Associazione Amici di Casa Famiglia ODV, in sinergia con il metodo seguito dalla Comunità, ma con obiettivi progettuali specifici rivolti alla sperimentazione nell’autonomia abitativa.
Comprende l’offerta di differenti tipologie di alloggi: alloggi indipendenti inseriti nel contesto della comunità per avere una sorta di garanzia di protezione, pur se in autonomia (denominati “Appartamentini”), alloggi con possibilità di coabitazione e protezione (denominato Nido di Elena), alloggi con maggiore autonomia (appartamenti esterni gestiti dall’Associazione).
I progetti sono seguiti da un’équipe multiprofessionale.
- CENTRO PER L’INFANZIA E LA FAMIGLIA “OLTRE LE NUVOLE”
È un servizio inserito nel complesso dell’Istituto e offre servizi a famiglie e minori nell’ ottica di promuovere il benessere di tutti i componenti del nucleo famigliare.
Gli obiettivi sono molteplici: dedicare uno spazio educativo e ludico ai più piccoli offrendo attività diversificate e laboratori tematici ( centri festivi ed estivi, gruppi emotività,…); creare percorsi di accompagnamento e di cura dei minori e delle famiglie ed al contempo favorire una “rete di reciprocità”.
In particolare, per i nuclei accolti in Comunità, è possibile concordare con i Servizi invianti interventi mirati, in linea con gli obiettivi del Pei e svolgere incontri protetti tra ospiti e altre figure significative per i diversi componenti del nucleo, purchè non siano pericolosi per il nucleo stesso o per altre persone accolte.
- SALA POLIFUNZIONALE “OLTRE IL GIARDINO”
La sala polifunzionale con annessa cucina può ospitare eventi culturali, ricreativi, di intrattenimento, di studio e di formazione. Ha una entrata indipendente ed è predisposta per presentazioni da pc e proiezione di filmati.
Lo statuto che regge oggi Casa Famiglia è stato modificato con decreto del Patriarca Card. Marco Cè in data 24 febbraio 1983 ed approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 26 maggio 1987 e registrato alla Corte dei Conti il 6 agosto 1987.
Articolo 1.
Nel Patriarcato di Venezia, in base ai Canoni nn. 114 e 116 del Diritto Canonico è istituita in persona giuridica, con finalità di religione, l’Opera “Istituto Casa – Famiglia S. Pio X°”, con sede in Venezia, Giudecca n. 668.
Detta Opera ottenne il riconoscimento civile con decreto del Presidente della Repubblica n. 693 in data 20 giugno 1961, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 191 del 3 agosto 1961.
Articolo 2.
Scopo dell’Opera è:
- l’accoglienza delle giovani e delle donne in difficoltà, con speciale riguardo a quelle gestanti, madri nubili e madri separate.
- La proposta di una visione cristiana di vita nei suoi molteplici aspetti, con attenzione alla cura e all’educazione dei propri figli, per i quali viene anche offerto il sussidio di un Asilo Nido all’interno dell’Opera stessa.
- La preparazione di queste giovani ad una nuova vita autonoma, orientandole al conseguimento di un titolo di studio e ad un impegno di lavoro, in vista di una adeguata presenza nella vita sociale.
Articolo 3.
Il Patrimonio iniziale dell’Ente è costituito della somma di L. 1.000.000 (un milione) (titoli di Stato rendita 5%) depositata presso l’Ufficio Amministrativo Diocesano, con rendita annua di L. 50.000 (Cinquantamila).
Articolo 4.
Per i fini suaccennati, l’Ente raccoglie offerte, accetta sovvenzioni, elemosine, donazioni di eredità, sempre in dipendenza dalla Autorità Ecclesiastica ed in conformità alle Leggi civili.
Articolo 5.
In caso di cessazione dell’Ente, per qualsiasi motivo, il patrimonio passerà al Seminario Patriarcale di Venezia o ad altro Ente che abbia finalità analoghe, secondo il prudente giudizio dell’Ordinario, sentito il parere delle persone preposte all’Opera.
Articolo 6.
L’Ente è retto da un Consiglio di Amministrazione il cui Presidente è nominato dall’Ordinario Diocesano.
Articolo 7.
Il Presidente ha la rappresentanza giuridica dell’Ente a tutti gli effetti.
Articolo 8.
Con il Presidente formano il Consiglio di Amministrazione quattro Consiglieri nominati dall’Ordinario Diocesano su proposta del Presidente stesso, tre dei quali sono scelti tra coloro che si dedicano all’attività dell’Opera, il quarto al di fuori dei membri dell’Opera stessa. Il Presidente e i Consiglieri restano in carica tre anni e possono essere riconfermati.
Articolo 9.
L’esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre, ed il Consiglio presenta annualmente all’Ordinario, con la relazione morale dell’Opera, il bilancio consuntivo, entro il 31 marzo, con i relativi allegati, a norma del Codice di Diritto Canonico, e il bilancio preventivo entro il mese di ottobre.
Articolo 10.
Per quanto non espressamente previsto nel presente Statuto, si applicano le norme canoniche e civili per gli Enti di Culto.
Venezia, 14 aprile 1986
MARCO Card. CE’ don ADRIANO CELEGHIN
Patriarca Vice Cancelliere Patriarcale
Lo statuto è in fase di revisione per i cambiamenti sostanziali apportati e sopra riportati.
Questa Casa è il simbolo di un’umanità che vuole rigenerarsi, che vuole riprendere il cammino. Questo è un grande segno d’amore! È un grande segno di pace che ci sia anche questa realtà, molto concreta, molto umana, dove una creatura nasce, mentre avrebbe anche non potuto nascere. Si gioisce. Questa è una grande cosa. Questo è un grande “segno”
La Carta dei Servizi
DI SEGUITO LA NOSTRA CARTA DEI SERVIZI AGGIORNATA
La Carta dei Servizi dell’Istituto Casa Famiglia San Pio X intende descrivere sinteticamente l’organizzazione della Casa, i principi ispiratori che ne sostengono il funzionamento, i servizi offerti e gli impegni del sistema qualità.
La Carta dei Servizi rappresenta l’impegno che l’Istituto si assume nei confronti dei propri ospiti, nonché degli Enti invianti, di fornire un qualificato servizio e costituisce anche un importante veicolo di comunicazione sia all’interno che nei confronti delle organizzazioni esterne.
La presente Carta dei servizi è frutto di un processo condiviso e partecipato da parte dei “Familiari” responsabili e degli operatori tutti. La Struttura ha ottenuto l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento istituzionale da parte della Regione Veneto secondo la legge 22/02 per l’accoglienza di 6 nuclei mamma-bambino e 2 nuclei in Pronta Accoglienza. Abbiamo superato grandi difficoltà per adeguare un edificio storico alle normative vigenti ed ottenuto le prime autorizzazioni nell’anno 2014.
Casa Famiglia S. Pio X è una fondazione di religione istituita il 19 marzo 1910 con la benedizione di S. Pio X. In base ai Canoni nn. 114 e 1489 del Codice di Diritto Canonico, è stato istituito in persona giuridica con finalità di religione dal Card. Giovanni Urbani il 21 novembre 1960. Ha ottenuto poi il riconoscimento giuridico con Decreto del Presidente della Repubblica n. 693, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 191 del 3 agosto 1961.
Per molti anni la Casa, dopo la sua apertura, ha provveduto ad accogliere ragazze gestanti e ragazze madri per assisterle nel periodo di gravidanza e dopo la nascita del bambino, fino a che non avessero trovato una sistemazione per il futuro.
Dopo la sua fondazione, per un lungo periodo, è stata diretta e gestita da alcune laiche che ne hanno fatto uno scopo di vita.
Dal marzo 1991 hanno prestato la loro opera nella Casa le suore e le sorelle laiche dell’Ordine delle Piccole Famiglie della Visitazione (Comunità di Sammartini), una comunità religiosa di Bologna (fondata da don Giovanni Nicolini). La collaborazione con questa comunità è durata fino al 1998, quando quest’Ordine non ha più potuto garantire la sua presenza per le accresciute responsabilità assunte nella Diocesi di Bologna.
Successivamente dal 1999 la Casa è stata affidata dal Patriarca a persone e coppie di sposi della Diocesi di Venezia chiamati Familiari, che gestiscono tuttora la Struttura in gratuità, con la collaborazione di una equipe multiprofessionale di operatrici (educatrici, psicologa, assistenti sociali e alcune operatrici socio – sanitarie).
Dal 1962 la Struttura ha gestito anche un Asilo Nido aperto al quartiere, riconosciuto dalla Regione Veneto, con una capienza di 33 posti, cinque dei quali riservati ai bambini delle mamme ospitate nella Struttura. Nell’anno scolastico 2015/2016 l’Asilo Nido è stato dato in gestione alla Cooperativa Sociale Macramè, purtroppo fallita nel luglio 2016. L’Istituto ha ritenuto di provare a mantenere il servizio aperto per l’anno scolastico 2016/2017, decidendo la chiusura definitiva il 31 luglio 2017.
Nel 2005 i Familiari hanno fondato l’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus con l’intento di provvedere alle esigenze economiche dell’Istituto nei suoi diversi Servizi, sostenere i nuclei in modo particolare nel momento delle dimissioni e del loro reinserimento sociale, e di partecipare a bandi economici per nuove progettualità.
Il Consiglio dei Familiari, tenuto conto dei bisogni emersi a seguito delle situazioni di crisi economico-lavorative-abitative-relazionali che si sono succedute nel tempo, ha promosso l’attivazione di ulteriori servizi in supporto dei nuclei ospitati e dei bisogni del territorio circostante.
Sono nati così il Progetto Abitare, nelle sue varie declinazioni per l’autonomia abitativa, ed il Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le Nuvole”, per diverse opportunità offerte alle famiglie.
A seguito della nascita di questi servizi è stato doveroso dedicare del tempo per rivedere gli aspetti organizzativi ed educativi dell’Istituto: così fin dal 2017 si è dato avvio ad un percorso di riforma sia sul piano organizzativo-gestionale che progettuale.
È stato rivisto l’organigramma, individuando in particolare i coordinatori, come figure chiave dei vari servizi erogati, ed è stata individuata la figura del Responsabile dei servizi per orientare e armonizzare i vari Progetti offerti.
Per completare la riforma è cominciato uno studio sui vari aspetti dei Progetti Educativi, sotto la guida del Prof. Tuggia, per adeguare la dotazione di strumenti professionali alle Linee di indirizzo nazionali per il sostegno alle famiglie vulnerabili e per la tutela dei bambini e dei ragazzi fuori famiglia del 21 dicembre 2017 e Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali per bambini e ragazzi, approvate il 14 dicembre 2017.
Il 26 maggio 1999, dopo un anno di sperimentazione e servizio, la gestione della Casa viene affidata direttamente alle coppie di sposi che avevano dichiarato la loro disponibilità ad assumere la responsabilità di Casa Famiglia S. Pio X.
In questa occasione il Patriarca, riprendendo il pensiero dei suoi predecessori, ed in particolare quello del Cardinal Roncalli pronunciato in una delle sue visite a Casa Famiglia, che diceva “Tutte sono buone ed ancor più buone vogliono diventare”, ha affermato:
“Questa Casa è il simbolo di un’umanità che vuole rigenerarsi, che vuole riprendere il cammino. Questo è un grande segno d’amore! È un grande segno di pace che ci sia anche questa realtà, molto concreta, molto umana, dove una creatura nasce, mentre avrebbe anche non potuto nascere.
Si gioisce. Questa è una grande cosa. Questo è un grande “segno” ….
Vogliate bene a queste ragazze, amatele per come sono, state loro vicino….
Grazie per l’amore che avete voluto a questa Casa. Vi dico grazie perché so che questa Casa poteva anche chiudersi, invece grazie a voi continua.
Per me questa Casa può diventare un luogo simbolico, ma non nel senso puramente idealistico, bensì un luogo che è una realtà fatta di persone concrete, con le loro qualità e i loro difetti, una realtà vera, ma che però è anche il simbolo di un’umanità che vuole rigenerasi, che vuol riprendere a camminare.
Vi ringrazio personalmente e anche a nome della nostra Chiesa: è l’inizio di un cammino che deve crescere e deve crescere in condivisione sempre più larga e sempre più sentita, ma bisognerà sempre più sollecitarla.”
L’Istituto Casa Famiglia San Pio X ha vissuto negli ultimi anni un processo di riorganizzazione e riprogettazione che ha condotto alla rimodulazione dell’organizzazione dei servizi e dei Progetti Educativi.
Attualmente l’Istituto comprende i seguenti servizi: la Comunità Educativa mamma-bambino, “Casa Famiglia San Pio X”, situata nell’Isola della Giudecca, il Progetto Abitare per la sperimentazione all’autonomia, ed il Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le Nuvole”, aperto ai bisogni del territorio.
É in fase di avvio e progettazione una nuova Comunità Educativa mamma-bambino, “Casa Taliercio”, situata in terraferma.
La Comunità mamma-bambino denominata San Pio X (da adesso in poi Casa) opera d’intesa con i Servizi offerti dall’Istituto, con i Servizi invianti e le ospiti accolte. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro definito dai Servizi ed un Progetto Educativo Individuale elaborato all’ interno della Struttura. Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione.
L’obiettivo che ci proponiamo come Casa Famiglia è quello di accompagnare le ospiti ed i loro bambini in una esperienza concreta di vita familiare allargata, come ben esplicitato nel mandato agli sposi da parte del Patriarca Marco Cé e approfondito nei principi ispiratori della Casa. Attraverso questo stile di vita quotidiano si offre l’opportunità di imparare a convivere, a relazionarsi in modo rispettoso con gli altri, ad avviare una lenta e progressiva azione di recupero della personalità e dell’autostima di ognuno.
L’attività della Casa consiste in un percorso di vita temporaneo, finalizzato al miglior reinserimento possibile delle persone nel contesto sociale. Certi che solo attraverso una rete parentale e/o amicale è possibile raggiungere questo obiettivo, e a fronte di profonde solitudini o fragilità, la Casa si avvale del sostegno offerto dall’équipe multiprofessionale con l’appoggio di una rete di volontari.
Casa Famiglia non possiede alcuna rendita patrimoniale o finanziaria, ma si regge con la compartecipazione ai costi attraverso le rette sostenute dagli Enti che inviano le ospiti, con donazioni e con un contributo della Chiesa Veneziana derivante dall’Otto per mille. Il sostegno dell’Associazione Amici di Casa Famiglia ODV è una parte importante perché attraverso progetti mirati consente lo svolgimento delle attività di supporto ai nuclei ed al mantenimento della Casa stessa, secondo il proprio Statuto.
L’obiettivo che ci proponiamo come COMUNITA’ EDUCATIVA MAMMA BAMBINO è quello di accogliere e accompagnare le ospiti ed i loro bambini in una esperienza concreta e quotidiana di vita familiare e sociale.
Si intende, in particolare, trasmettere la possibilità di sperimentare un approccio relazionale nuovo tra le persone presenti, che sappia rispettare cultura e origini diverse.
Si tende costantemente ad una progressiva azione di recupero della personalità di ognuno, della relazione mamma-bambino e della famiglia di origine ove esistente.
L’attività della Casa, infine, consiste in un percorso di vita temporaneo, finalizzato al miglior reinserimento possibile delle persone nel contesto sociale, mettendo in atto anche attività che mirano a facilitare l’integrazione e la socializzazione dei nuclei ospitati.
Alla luce di quanto detto, la Casa, oltre ai sei nuclei consentiti, ritiene doveroso rendersi disponibile ad accogliere anche due nuclei in PRONTA ACCOGLIENZA per far fronte ad un loro eventuale stato di emergenza.
La struttura accoglie 6 nuclei più 2 in Pronta Accoglienza, composti da donne, donne in gravidanza, mamme e bambini fino al massimo di 8 anni di età (vedi Statuto).
La Casa non può accogliere donne con conclamate problematiche legate alla tossicodipendenza, all’alcolismo e con gravi diagnosi psichiatriche.
Casa Famiglia intende essere uno spazio dedicato ad accogliere mamme e bambini nella loro individualità, nella loro relazione e nei legami con il “mondo esterno”, pertanto:
Il luogo dell’ accoglienza, dell’ascolto, della “tenerezza e della fermezza” materna e paterna, vissute nella quotidianità. Le donne hanno l’opportunità di riprendere il loro vissuto a partire dalla più tenera età: le accompagniamo a scoprire e valorizzare le loro potenzialità, assumendo conseguentemente le proprie funzioni e responsabilità;
Il luogo del recupero dei nodi problematici e della ricollocazione nella storia, nell’ambiente sociale, nella famiglia di origine: il momento della maternità e della relazione con i propri figli spesso porta con sé e fa riaffiorare il vissuto e la sofferenza, le carenze ed i “buchi relazionali” sperimentati dalle donne-mamme;
Il luogo della valorizzazione e dell’accettazione della diversità. Viene dato valore alla diversità, intesa come capacità ad accogliere ogni persona nella sua specificità: a partire dall’età, dalle esperienze vissute, dalle competenze e dai valori di cui ogni persona è portatrice. Consapevoli delle diversità di ruolo e personali di cui sono portatori gli stessi operatori e famigliari;
Il luogo dove appare fondante la dimensione della tutela e della promozione della persona, in un rapporto educativo-formativo dei bambini con le loro mamme, le quali più precisamente scopriranno di trovarsi impegnate su un duplice fronte auto-educativo ed etero-educativo;
Il luogo della protezione dei più piccoli in attesa che le loro mamme, ed eventualmente i loro papà, abbiano ritrovato o trovato (perché mai avuto) un certo benessere psico-fisico-relazionale; Casa famiglia vuole essere luogo in cui si pone la massima attenzione allo stato di salute globale dei bambini attivando dove e se necessario gli opportuni sostegni, permettendo loro di crescere all’interno di relazioni che rispettino la “giusta distanza” dagli adulti. Distanza che consente un’autonomia psico-fisica-relazionale;
Il luogo in cui si elabora e si attua il “progetto personale” in accordo con i Servizi invianti, e sempre a partire dal sentire e dalla volontà della persona interessata. Ciò avviene in seguito alla individuazione di risorse personali ( sociali, culturali, economiche, ecc.) delle mamme e dei bambini, rispettando i ritmi e i tempi di ogni singolo individuo.
Il luogo in cui si valorizzano i legami con i diversi componenti della famiglia d’origine, dove possibile. È importante tenere sempre presente che le persone accolte nella nostra Casa lasciano all’esterno qualcuno, qualcosa: una storia e delle abitudini ben consolidate, forse una casa e degli oggetti; i bambini “lasciano i loro papà” e a volte i loro nonni ed amici. In qualche modo, durante questo percorso, devono e/o possono imparare a dare significato a quello che hanno lasciato fuori, vedere cosa si può recuperare e/o “perdonare”;
Il luogo dell’apprendimento e della trasmissione, partendo dalla consapevolezza che le mamme per prime devono fare esperienza di legami significativi, di accoglienza, di cura, di ascolto;
Il luogo dell’”equilibrio” tra il soggetto e gruppo comunitario.
È importante rendere significativo ogni momento della giornata e trasmettere quanto sia utile e fattibile imparare a parlarsi e a rispettarsi. “La nostra libertà termina dove inizia la libertà dell’altro”. È fondamentale osservare, gestire e sostenere quotidianamente le dinamiche relazionali che si sviluppano all’interno del gruppo, ponendo particolare attenzione ai rapporti adulto – minore, adulto – adulto, minore – minore;
Il luogo, infine, di apertura delle persone ospiti al territorio, favorendo sia momenti di incontro all’interno della struttura sia la partecipazione alle attività e alle relazioni promosse dal territorio stesso, consentendo così di allacciare costruttivi rapporti interpersonali e sviluppando la capacità di usufruire delle opportunità offerte a tutti i cittadini. È necessario trasmettere il concetto fondamentale che la vita vissuta all’interno di Casa Famiglia deve essere una parentesi della loro vita.
La metodologia di lavoro è basata sulla multidisciplinarietà degli interventi educativi vissuti nella quotidianità dei progetti di vita di ogni nucleo accolto, tenuto conto del Progetto Educativo generale della Casa.
Il focus di lavoro è considerare la persona nella sua globalità ed il nucleo nella sua complessità.
Il metodo è arricchito dalla collaborazione quotidiana tra l’équipe dei professionisti e la Comunità dei Familiari, responsabili della Casa.
Per garantire una buona qualità operativa e relazionale, sono state individuate modalità e tempi di collaborazione e di condivisione rispetto allo stile di vita della Casa ed ai progetti da attuare: incontri settimanali per il coordinamento dei Familiari responsabili, quindicinali per l’équipe, quindicinali per l’équipe dei Coordinatori, periodici per l’équipe complessa tra operatori e Familiari, mensili per tutte le équipe per la supervisione . In tutti questi luoghi di incontro è possibile affrontare tematiche legate alla programmazione e alla discussione dei piani di intervento dei nuclei accolti e alle dinamiche di gruppo, ponendo attenzione ai loro bisogni ed alle indicazioni date dai Decreti del Tribunale dei Minori e dai Progetti Quadro.
Si opera d’intesa con i Servizi invianti, i Servizi specialistici dove necessario, e le ospiti attraverso frequenti incontri. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro definito dai Servizi ed un Progetto Educativo Individuale elaborato all’ interno della Struttura.
Dopo anni di sperimentazione siamo arrivati alla decisione di lavorare per microprogetti attraverso l’individuazione di obiettivi S.M.A.R.T., perché possano essere Semplici, Misurabili, Accattivanti, Realistici, Temporalizzati, per le persone che devono viverli ed attuarli.
Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione.
Vengono altresì attuati progetti ed interventi rivolti al singolo, al nucleo ed al gruppo ospitato, seguendo i principi ispiratori ed il Progetto Educativo della Comunità.
Ogni nucleo assistito ha un Fascicolo Personale in cui sono riportati i dati personali, le informazioni sanitarie, le comunicazioni con il Servizio inviante ed ogni altra informazione connessa al P.Q. ed al PEI. Viene ovviamente garantita la piena e completa attuazione della normativa, civile e penale, a tutela del diritto alla riservatezza dei nuclei accolti.
La convivenza all’interno della Casa richiede particolare attenzione vista la diversa provenienza delle persone e il carico di dolore del quale ognuno è portatore e tenuto conto che la Casa è abitata da donne adulte, giovani donne e minori.
Richiedono attenzione specifica il primo periodo dell’inserimento, l’emanazione di un nuovo decreto da parte del Tribunale dei Minori o del Tribunale Ordinario e le dimissioni.
Vengono attuati colloqui individuali formali o informali, o anche di gruppo per sostenere ed accompagnare le persone accolte a comprendere e ad elaborare alcune situazioni o accadimenti del quotidiano. Vengono altresì programmate attività di gruppo interne o esterne alla struttura, volte a favorire la socializzazione e la condivisione di vissuti ed attività piacevoli.
Sono previsti, inoltre, particolari dispositivi, a carattere terapeutico, che favoriscano la discussione ed il confronto tra i diversi soggetti, sia su tematiche di interesse comune, sia su argomenti specifici proposti dall’ équipe o dalle Responsabili:
“Gruppo di parola” tra le donne ospitate, condotto dalla Coordinatrice del Centro per la Famiglia Oltre le nuvole, psicologa, e dalla Coordinatrice della Casa, volto a favorire la discussione ed il confronto per quanto riguarda temi di interesse comune proposti da loro stesse o dalle professioniste. Gli argomenti e le modalità di conduzione hanno valenza terapeutica. Il gruppo si incontra con cadenza quindicinale.
“Gruppo per la convivenza” proposto alle donne accolte e condotto Coordinatrice della Casa ed una operatrice di riferimento per la quotidianità, e per esigenze specifiche assieme ad uno dei Responsabili. Viene attuato con cadenza quindicinale ed ha lo scopo di favorire la condivisione di tematiche legate alla convivenza nella quotidianità, alla lettura e discussione in merito ai diritti/doveri di ogni individuo, ai diversi stili di vita, all’ utilizzo della parola piuttosto che agiti violenti o strumentalizzazioni dei figli.
“Attività e progetti promossi dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole” e rivolti a gruppi di minori, coppie mamma-bambino e gruppi di mamme.
Viene inoltre garantita la possibilità di formazione per operatrici e Familiari, interna attraverso l’organizzazione di incontri formativi rivolti ad entrambi i gruppi, esterna mediante la partecipazione a seminari, convegni, master, corsi di perfezionamento o specializzazione secondo il Piano Formativo annuale.
È importante considerare come nella vita residenziale la questione del rapporto tra regole e quotidianità si ponga nei termini della condivisione di regole, che orientino i comportamenti al fine di adottare uno stile di vita rispettoso di tutte le persone accolte e dei loro diversi progetti di vita. A tale proposito sono stati predisposti specifici regolamenti interni.
L’ammissione
La richiesta di ammissione del nucleo viene effettuata da parte dai Servizi Sociali e/o Socio-Sanitari territoriali e/o anche per conto del Tribunale dei Minori, da parte delle Forze dell’Ordine, prima telefonicamente, poi attraverso incontri specifici e viene infine formalizzata attraverso comunicazione scritta.
La richiesta viene tempestivamente valutata dal Consiglio dei Famigliari nel corso dell’incontro di coordinamento successivo alla data della richiesta, con il compito di esaminare la situazione del nucleo proposto per l’inserimento, in riferimento ai bisogni evidenziati, alla compatibilità con i nuclei già accolti e alle risorse della Casa in quel momento disponibili. Tutte le comunicazioni con i Servizi esterni vengono gestite dalla Direttrice della Casa e/o dalla Responsabile dei Servizi, e successivamente condivise con la Coordinatrice del servizio.
I criteri di ammissione tengono conto delle specificità e delle risorse della struttura e sono i seguenti:
- assenza di conclamate problematiche legate alle dipendenze e a disagi psichiatrici;
- i minori accolti non devono superare i sei / sette anni di età ;
- disponibilità ad accogliere minori fino alla conclusione della scuola primaria nei casi in cui siano presenti fratelli di età inferiore, nell’intento di non creare ulteriori separazioni all’interno del nucleo;
- compatibilità rispetto alle caratteristiche dei nuclei già presenti.
La risposta alla richiesta di ammissione viene data prima telefonicamente e successivamente attraverso una comunicazione scritta. Vengono altresì, indicate le condizioni economiche della retta commisurate alle necessità del nucleo. La retta base (comprensiva di vitto, alloggio, cure sanitarie, visite protette nella struttura, asilo nido, spese scolastiche e altre necessità di emergenza) può variare in base al tipo di Percorso individuato tra quelli offerti.
La tipologia dei percorsi proposti e concordati sulla base dei bisogni del nucleo evidenziati nel Progetto Quadro e nelle decisioni dei Tribunali, possono essere confermati o modificati a seguito della valutazione conclusiva della fase di osservazione.
I Percorsi sono i seguenti:
- Maternage
- Sostegno alla genitorialità
- Sostegno alla genitorialità in presenza di ulteriori vulnerabilità ( figli disabili, più figli, difficoltà di salute della mamma )
- Protezione
- Pronta accoglienza
- Mamme sole in vista di ricongiungimento
- Donne sole
- Minore solo (nel caso di abbandono o separazione)
- Madre segreta
Fase di pre-inserimento
È previsto un periodo di pre-inserimento, durante il quale viene organizzato un primo incontro di conoscenza diretta del nucleo e per presentare Casa Famiglia e il contesto. Vengono consegnati all’ospite la documentazione relativa a regolamento e Carta dei Servizi e si cercheranno di capire le motivazioni della signora.
Si prenderanno poi accordi affinché il nucleo possa visitare la Casa Famiglia e conoscere le caratteristiche della vita comunitaria. Sarà questa l’occasione per ri-condividere il Progetto Quadro.
Accoglienza
Tempo di osservazione: è prevista una fase dedicata all’ osservazione e conoscenza di circa un mese e mezza. Sulla base delle informazioni ricavate dalla fase precedente, l’’equipe insieme a Responsabile dei Servizi e Coordinatore di Casa Famiglia elaborano il percorso di osservazione. La Responsabile dei Servizi ed il Direttore di Casa Famiglia elaborano una retta relativa alla fase di osservazione.
Nella fase di osservazione si prevedono degli affiancamenti mirati da parte delle operatrici con il nucleo.
Gli ambiti di osservazione e di relazione riguardano: la quotidianità, ed in particolare la cura e pulizia della persona, dei luoghi assegnati, degli spazi condivisi ed i ritmi organizzativi della Casa; la conoscenza reciproca e del territorio, attraverso l’organizzazione di uscite ed all’aperto; la relazione mamma-bambino, attraverso l’offerta di attività mirate ed adeguate all’età del minore.
La fase di osservazione si conclude con una valutazione tra i diversi servizi coinvolti condividendo una eventuale riformulazione della retta e del percorso individuato.
La retta ed il percorso vengono condivisa e approvata dal Consiglio dei Familiari.
La proposta di percorso con relativa retta viene presentata ai Servizi invianti per formalizzare l’accordo.
Il percorso viene condiviso con familiari e operatrici dell’équipe di Casa Famiglia da parte del Responsabile dei Servizi.
Tempo di inserimento: la fase di inserimento in Casa Famiglia si sviluppa a partire dalle osservazioni effettuate e dall’individuazione della tipologia di percorso specifico da perseguire con il nucleo.
Sulla base di tale percorso, la Coordinatrice e l’équipe coprogetteranno con il nucleo gli obiettivi, le azioni, le tempistiche e successiva verifica di quanto raggiunto, per poi rivalutare e riprogettare attraverso la microprogettazione.
Le cornici di riferimento sono il Progetto Quadro, che verrà declinato in un PEI, che verrà poi rivisto trimestralmente, in cui saranno presenti gli obiettivi a medio e lungo termine, per orientare il lavoro educativo nella quotidianità e la microprogettazione, a breve termine, condivisa con l’ospite.
Il progetto di pronta accoglienza prevede modalità e tempi ridotti nelle procedure dell’accoglienza. La Direttrice e/o la Responsabile dei Servizi, una volta ricevuta la richiesta telefonica da parte del Servizio inviante o delle Forze dell’ Ordine, si consultano e successivamente contattano telefonicamente la Coordinatrice e gli altri membri del Consiglio. Pertanto la risposta al Servizio viene data nel giro di poche ore e, se positiva, viene tempestivamente attivato il percorso di accoglienza coinvolgendo ed informando anche tutto il personale mediante telefonate e comunicazioni scritte nel diario. La risposta scritta al Servizio verrà formalizzata nei giorni successivi seguendo le modalità sopra indicate. Tale accoglienza potrà avere la durata di 120 giorni eventualmente prorogabili o convertibili in un consueto progetto di inserimento. L’iter di progettazione segue le modalità indicate nella fase di inserimento.
Conclusione dell’accoglienza
Il tempo di permanenza dei nuclei accolti si conclude a seconda dei differenti percorsi, dei Progetti Quadro, e delle indicazioni del Tribunale per i Minori e del Tribunale Ordinario.
I criteri di conclusione del progetto di accoglienza residenziale tengono conto dell’importanza e della fragilità di questa nuova fase del percorso e intendono dare valore, quando possibile, alla coprogettazione tra le parti interessate: la madre accolta con il suo bambino, la nostra Struttura, il Servizio inviante, eventuali servizi specialistici e i Tribunali.
Le tipologie di conclusione del progetto possono essere diversificate a seconda dei percorsi di vita dei nuclei accolti e delle decisioni da parte del Tribunale o dei Servizi.
- Percorso verso l’autonomia abitativa e l’emancipazione del nucleo
I servizi offerti in questa fase nascono dalla consapevolezza che, in un tempo breve di permanenza, non tutti gli obiettivi del PQ potranno essere raggiunti e/o consolidati da parte del nucleo, e in particolare da parte dei genitori nella loro funzione genitoriale. Si tiene conto, inoltre, della complessità e della fragilità dell’attuale sistema abitativo e socio-economico.
Gli accordi e la coprogettazione si fondano su alcuni criteri valutativi necessari per orientare e semplificare la complessità delle scelte e delle azioni. Gli elementi di rischio che potrebbero emergere, in questa fase, dovranno essere limitati ad una sola area tra quelle sottoindicate. In tal caso, questo Percorso, potrà proseguire con la predisposizione e condivisione di interventi a sostegno, adeguati e consoni alle esigenze di tutela. In particolare, le aree di valutazione e/o sostegno mirato sono le seguenti:
- area lavorativa: è necessario che la madre, o almeno il padre in caso di ricongiungimento, possieda un contratto di lavoro in regola che consenta di sostenersi economicamente. A fronte di eventuali imprevisti e/o arresti lavorativi temporanei, sarà necessario sia attivato un sostegno economico specifico, quale ad esempio il Reddito di Cittadinanza, con il quale avere una certa autonomia economica;
- area abitativa: la madre, dopo aver raggiunto una certa autonomia e cura nella quotidianità, deve aver prima avviato, e poi raggiunto, l’individuazione e la concretizzazione di una nuova soluzione abitativa attraverso il mercato privato o alloggi Erp o Emergenza abitativa o altra comunità o infine rientro al proprio domicilio;
- capacità genitoriale: devono essere superati e/o contenuti i comportamenti che risultavano inizialmente pregiudizievoli da parte della madre (e/o del padre) per la crescita del figlio; deve essere in grado di organizzare la vita del figlio in sua assenza. In situazione del perdurare di una certa fragilità o solitudine del nucleo, vanno programmati attivazione di forme di sostegno domiciliare (famiglia di sostegno, SED..);
- relazione con l’ambiente: fondamentale che la madre e/o altre figure significative per il minore abbiano appreso capacità relazionali con alcune figure essenziali per il benessere del minore, ma anche per il proprio: medico/pediatra; scuola; datore di lavoro; baby sitter, ed altre figure significative per il nucleo.
In questa fase l’Istituto propone dei servizi di continuità:
- accompagnamento, sostegno e monitoraggio da parte dell’équipe di Casa Famiglia verso l’avvio della nuova sistemazione abitativa;
- accompagnamento, sostegno e monitoraggio al nucleo attraverso percorsi specifici offerti dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole, concordando rimborso spese per i servizi offerti;
- passaggio al Progetto Abitare, concordando la nuova retta.
- Percorso di accompagnamento alla separazione tra mamma e bambino per decisione del Tribunale o per volontà della madre.
In questa tipologia di conclusione dei Percorsi, la programmazione delle azioni e la coprogettazione risulta essere molto difficile, se non impossibile, per ciò che concerne il coinvolgimento della madre o di entrambe i genitori.
Nel caso di Decreto del TM che preveda la separazione verso l’adozione o l’affido del minore, viene previsto il suo accompagnamento graduale verso la nuova famiglia e il sostegno alla madre, alla quale viene offerta e concordata tra le parti l’opportunità di rimanere temporaneamente presso la nostra Casa fino al raggiungimento di una nuova soluzione abitativa.
Nel caso in cui la madre decida, consapevolmente o inconsapevolmente, di abbandonare il figlio, la Comunità sarà tenuta a farsi carico del minore fino all’individuazione da parte del Tribunale dei Minori di una famiglia a rischio giuridico, adottiva, o famiglia affidataria, con funzione di ponte verso altra soluzione. In tal caso viene attivato, in accordo con il Servizio inviante, un affiancamento del minore secondo le sue esigenze, tenuto conto delle nostre risorse, con un conseguente adeguamento della retta e per un tempo massimo di circa un mese. Questa soluzione dovrà essere assolutamente contenuta nel tempo, nell’intento di non arrecare ulteriore danno al piccolo non essendo, la nostra, una Struttura adeguata all’ accoglienza di minori soli.
Per queste tipologie di conclusione non ci sono dei criteri prestabiliti, ma è necessaria tempestività e chiarezza nel determinare nuove progettualità che tengano conto delle esigenze del minore e della madre, nella loro nuova condizione.
- Prendere atto della fuga del nucleo
Nel caso in cui la madre, congiuntamente al figlio, abbandoni la Struttura, va fatta immediata segnalazione alle Forze dell’ Ordine e ai Servizi invianti.
L’organigramma e la struttura organizzativa della Comunità Educativa dedicata all’accoglienza di mamme e bambini denominata “Casa Famiglia San Pio X”, vengono ampiamente dettagliate nel “Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi dell’Istituto Casa Famiglia San Pio X”.
La Comunità è parte di un insieme di servizi che operano in sinergia per offrire risposte adeguate alla complessità dei bisogni dei nuclei accolti.
Lo schema non è esaustivo di tutte le figure che a vario titolo operano all’interno della Casa, ma, nella logica di una circolarità di pensiero e di relazioni, la compresenza di diverse persone e gruppi permette una crescita reciproca e la convivenza con situazioni complesse e dolorose.
Le figure significative all’interno della Casa sono le seguenti:
- Il delegato patriarcale rappresenta all’interno dell’Istituto Casa Famiglia S.Pio X il Patriarca di Venezia.
- Il presidente è nominato dal Patriarca di Venezia ed ha la rappresentanza giuridico-legale a tutti gli effetti dell’Istituto Casa Famiglia S.Pio X.
- La comunità dei Familiari è costituita principalmente da persone e da coppie di sposi che si sono assunte la responsabilità di gestire la Casa ed offre rassicurazione e protezione in un clima familiare. Il gruppo ha compreso che, per poter garantire nel tempo la propria presenza e pur considerando come prioritaria e necessaria la vita personale e familiare, è indispensabile che gli incarichi siano suddivisi e ridistribuiti in base alle competenze e alle disponibilità di ciascuno. Il gruppo dei Familiari porta, dunque, in Casa Famiglia la propria esperienza di vita, e si avvale della professionalità di un’équipe multi professionale indispensabile alla gestione della Struttura secondo le disposizioni di legge.
- L’équipe delle operatrici è composta da differenti professionalità (Assistenti Sociali, Psicologa, Educatrici Professionali, Operatrici Socio Sanitarie) che, con incarichi diversi, consentono di affrontare la complessità della quotidianità. Il lavoro quotidiano di vicinanza relazionale da modo ad ogni specifica professionalità di osservare, valutare e sostenere ogni nucleo nella complessità del proprio progetto di vita e nelle relazioni mamma-bambino ed interpersonali.
- Il gruppo dei volontari: ogni persona, dopo un periodo iniziale di formazione e di affiancamento, viene inserita in attività specifiche e limitate, ma indispensabili per un buon funzionamento di tutta la struttura. Viene richiesto di rispettare alcune regole definite in un apposito regolamento e di partecipare a periodici incontri formativi ed organizzativi. Si è attivata anche una convenzione con una scuola superiore all’interno del progetto del Ministero della Pubblica Istruzione “Alternanza scuola- lavoro”.
- Il gruppo delle baby sitter: è stata attivata una rete di persone che offrono il servizio di cura dei minori nei momenti in cui le mamme sono occupate per lavoro o terapie. Sono formate in modo specifico, partecipano a periodiche formazioni, firmano un regolamento e si affiancano al lavoro quotidiano delle operatrici; è un servizio che può continuare in modo diversificato dopo le dimissioni.
- I tirocinanti, la Casa ha stilato delle convenzioni con scuole professionali e istituti universitari pubblici e privati per consentire agli studenti di partecipare ai progetti di vario tipo che vengono proposti per la “buona vita” delle ospiti.
- Il supervisore esterno, psicoterapeuta, attraverso incontri periodici, consente riflessioni e approfondimenti alle operatrici e ai Familiari. Offre uno spazio di pensiero e di parola su quanto si sta vivendo ed attuando.
La Casa si trova sull’isola della Giudecca a Venezia, nelle vicinanze dell’imbarcadero dei vaporetti e quindi facilmente raggiungibile dal centro di Venezia e dalla terraferma e ben collegata con eventuali sedi di lavoro, servizi e luoghi di aggregazione. Dispone di due edifici contigui, più un ampio giardino per un totale di circa 1000 metri quadrati. Questo spazio è suddiviso in tre aree, a seconda delle esigenze dei servizi dell’Istituto.
Ogni spazio della Casa è stato pensato per permettere momenti di condivisione e aggregazione negli ampi spazi comuni e momenti di intimità per mamma e bambino nella propria camera dotata di bagno personale, ambiente che può personalizzare e che tutela la sua privacy.
La Comunità mamma – bambino è disposta su tre piani:
- piano terra: comprende l’ingresso, la cappella, la dispensa, una cucina , il bagno per i disabili e un deposito.
Al piano terra vi è un’area riservata ad un Centro per l’infanzia e la famiglia.
- primo piano: comprende gli uffici composti da tre stanze e una sala riunioni, un bagno, una cucinetta con annessa mensa. Gli uffici sono condivisi con l’équipe del Progetto Abitare e dell’Associazione.
Un salottino per attività individuali e di gruppo, ed una sala giochi per i bambini, un ampio soggiorno e una cucina. Sei stanze adeguatamente arredate con bagno per le ospiti e una stanza per le operatrici che svolgono il turno di notte e una piccola lavanderia.
- Secondo piano: comprende tre stanze con bagno per le ospiti, una piccola lavanderia e spogliatoio con bagno per baby sitter e volontari.
Gli ampi spazi offerti da questa Struttura consentono di distribuire le ospiti a seconda delle caratteristiche del nucleo, adeguando l’utilizzo delle camere al numero dei componenti, delle loro esigenze e delle indicazioni da rispettare per le procedure di pronta accoglienza.
Ogni aspetto dello spazio fisico è finalizzato a far sentire il nucleo a “casa sua”, in un ambiente accogliente in cui può muoversi liberamente, ma nel rispetto delle normative di sicurezza.
L’arredamento è quello di una normale casa ed è fatta particolare attenzione alla pulizia e alla cura degli ambienti comuni attraverso turni concordati tra le ospiti e periodiche pulizie straordinarie.
- PROGETTO ABITARE
Il Progetto Abitare è un servizio dell’Istituto che opera in collaborazione con l’Associazione Amici di Casa Famiglia ODV, in sinergia con il metodo seguito dalla Comunità, ma con obiettivi progettuali specifici rivolti alla sperimentazione nell’autonomia abitativa.
Comprende l’offerta di differenti tipologie di alloggi: alloggi indipendenti inseriti nel contesto della comunità per avere una sorta di garanzia di protezione, pur se in autonomia (denominati “Appartamentini”), alloggi con possibilità di coabitazione e protezione (denominato Nido di Elena), alloggi con maggiore autonomia (appartamenti esterni gestiti dall’Associazione).
I progetti sono seguiti da un’équipe multiprofessionale.
- CENTRO PER L’INFANZIA E LA FAMIGLIA “OLTRE LE NUVOLE”
È un servizio inserito nel complesso dell’Istituto e offre servizi a famiglie e minori nell’ ottica di promuovere il benessere di tutti i componenti del nucleo famigliare.
Gli obiettivi sono molteplici: dedicare uno spazio educativo e ludico ai più piccoli offrendo attività diversificate e laboratori tematici ( centri festivi ed estivi, gruppi emotività,…); creare percorsi di accompagnamento e di cura dei minori e delle famiglie ed al contempo favorire una “rete di reciprocità”.
In particolare, per i nuclei accolti in Comunità, è possibile concordare con i Servizi invianti interventi mirati, in linea con gli obiettivi del Pei e svolgere incontri protetti tra ospiti e altre figure significative per i diversi componenti del nucleo, purchè non siano pericolosi per il nucleo stesso o per altre persone accolte.
- SALA POLIFUNZIONALE “OLTRE IL GIARDINO”
La sala polifunzionale con annessa cucina può ospitare eventi culturali, ricreativi, di intrattenimento, di studio e di formazione. Ha una entrata indipendente ed è predisposta per presentazioni da pc e proiezione di filmati.
Lo statuto che regge oggi Casa Famiglia è stato modificato con decreto del Patriarca Card. Marco Cè in data 24 febbraio 1983 ed approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 26 maggio 1987 e registrato alla Corte dei Conti il 6 agosto 1987.
Articolo 1.
Nel Patriarcato di Venezia, in base ai Canoni nn. 114 e 116 del Diritto Canonico è istituita in persona giuridica, con finalità di religione, l’Opera “Istituto Casa – Famiglia S. Pio X°”, con sede in Venezia, Giudecca n. 668.
Detta Opera ottenne il riconoscimento civile con decreto del Presidente della Repubblica n. 693 in data 20 giugno 1961, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 191 del 3 agosto 1961.
Articolo 2.
Scopo dell’Opera è:
- l’accoglienza delle giovani e delle donne in difficoltà, con speciale riguardo a quelle gestanti, madri nubili e madri separate.
- La proposta di una visione cristiana di vita nei suoi molteplici aspetti, con attenzione alla cura e all’educazione dei propri figli, per i quali viene anche offerto il sussidio di un Asilo Nido all’interno dell’Opera stessa.
- La preparazione di queste giovani ad una nuova vita autonoma, orientandole al conseguimento di un titolo di studio e ad un impegno di lavoro, in vista di una adeguata presenza nella vita sociale.
Articolo 3.
Il Patrimonio iniziale dell’Ente è costituito della somma di L. 1.000.000 (un milione) (titoli di Stato rendita 5%) depositata presso l’Ufficio Amministrativo Diocesano, con rendita annua di L. 50.000 (Cinquantamila).
Articolo 4.
Per i fini suaccennati, l’Ente raccoglie offerte, accetta sovvenzioni, elemosine, donazioni di eredità, sempre in dipendenza dalla Autorità Ecclesiastica ed in conformità alle Leggi civili.
Articolo 5.
In caso di cessazione dell’Ente, per qualsiasi motivo, il patrimonio passerà al Seminario Patriarcale di Venezia o ad altro Ente che abbia finalità analoghe, secondo il prudente giudizio dell’Ordinario, sentito il parere delle persone preposte all’Opera.
Articolo 6.
L’Ente è retto da un Consiglio di Amministrazione il cui Presidente è nominato dall’Ordinario Diocesano.
Articolo 7.
Il Presidente ha la rappresentanza giuridica dell’Ente a tutti gli effetti.
Articolo 8.
Con il Presidente formano il Consiglio di Amministrazione quattro Consiglieri nominati dall’Ordinario Diocesano su proposta del Presidente stesso, tre dei quali sono scelti tra coloro che si dedicano all’attività dell’Opera, il quarto al di fuori dei membri dell’Opera stessa. Il Presidente e i Consiglieri restano in carica tre anni e possono essere riconfermati.
Articolo 9.
L’esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre, ed il Consiglio presenta annualmente all’Ordinario, con la relazione morale dell’Opera, il bilancio consuntivo, entro il 31 marzo, con i relativi allegati, a norma del Codice di Diritto Canonico, e il bilancio preventivo entro il mese di ottobre.
Articolo 10.
Per quanto non espressamente previsto nel presente Statuto, si applicano le norme canoniche e civili per gli Enti di Culto.
Venezia, 14 aprile 1986
MARCO Card. CE’ don ADRIANO CELEGHIN
Patriarca Vice Cancelliere Patriarcale
Lo statuto è in fase di revisione per i cambiamenti sostanziali apportati e sopra riportati.