Progetto Educativo Generale
COMUNITÀ MAMMA-BAMBINO
edizione 2021
- Accogliere donne, che possono essere madri con figli, future mamme, mamme senza figli, in condizioni di difficoltà dal punto di vista sociale, economico, abitativo e di fragilità psicologico – relazionale.
- Accompagnare le donne a ritrovare la propria dignità, la propria autonomia e il senso del proprio ruolo materno e parallelamente tutelare i bambini nei loro diritti.
- Accoglienza di ogni persona nel rispetto della sua peculiarità curando, all’interno della Casa, l’incontro e la conoscenza personale di donne e bambini ospitati, superando e valorizzando diversità culturali esistenti e proponendo esperienze aperte alle sollecitazioni e trasformazioni della società attuale.
- Accompagnare i nuclei accolti verso una vita autonoma e sociale, attraverso la sperimentazione della quotidianità vissuta all’interno di relazioni di tipo comunitario e la condivisione dei loro progetti di vita.
- Porre attenzione alle esigenze specifiche e diversificate di adulti e bambini, promuovendo percorsi emotivo-relazionali, di socializzazione e di tipo formativo in ambito scolastico e lavorativo.
- Casa Taliercio è il luogo dell’accoglienza, ascolto, “tenerezza e fermezza” materna e paterna vissuti nella quotidianità. Essa promuove una sorta di tensione e attesa paziente per i ritmi di crescita delle persone, di per sé “diverse”, nella ricerca costante di scoprire e portare alla luce il meglio dell’altro.
- È un luogo in cui prendere consapevolezza della propria storia, delle proprie fragilità e risorse per costruire un futuro possibile.
- Al centro è posta la dimensione della relazione, il cui elemento essenziale è la reciprocità; reciprocità che esige di manifestarsi con libertà anche per quanto riguarda i tempi, le modalità e l’intensità. Questo richiede la valorizzazione e l’accettazione della diversità dei singoli e dei ruoli ricoperti all’interno di Casa Taliercio.
- Luogo di tutela e promozione del bambino e della donna.
- Casa Taliercio vuole essere luogo in cui si pone la massima attenzione allo stato di salute globale dei bambini, attivando dove e se necessario gli opportuni sostegni, permettendo loro di crescere all’interno di relazioni che rispettino la “giusta distanza” dagli adulti;
- Il progetto personale deve essere coprogettato con la persona interessata, tenendo conto delle risorse e delle potenzialità di ogni soggetto, d’intesa con i Servizi invianti, puntando con speranza ad un graduale cambiamento.
- Cura e attenzione alla maternità e al legame genitoriale, valorizzando anche i legami con i diversi componenti della famiglia d’origine (dove possibile) e le relazioni con i “compagni” o comunque con i padri dei bambini.
- È luogo di apprendimento e trasmissione per tutti, con i vari saperi caratterizzanti ciascun soggetto coinvolto.
- È una comunità decisa a vivere e ad organizzarsi secondo lo stile di una famiglia, nella quale vengono intessute relazioni umane significative, ricercando un equilibrio tra l’unicità e l’irripetibilità della persona umana e la vita comunitaria.
- L’esperienza di relazione fatta in Casa Taliercio prepara alla costruzione di relazioni con il proprio ambiente di vita.
La metodologia di lavoro è basata sulla multidisciplinarietà degli interventi educativi vissuti nella quotidianità dei progetti di vita di ogni nucleo accolto, tenuto conto del Progetto Educativo generale della Casa. Il focus di lavoro è considerare la persona nella sua globalità ed il nucleo nella sua complessità.
Il metodo è arricchito dalla collaborazione quotidiana tra l’équipe dei professionisti e la Comunità dei Familiari, responsabili della Casa.
Per garantire una buona qualità operativa e relazionale, sono state individuate modalità e tempi di collaborazione e di condivisione rispetto allo stile di vita della Casa ed ai progetti da attuare: incontri settimanali per il coordinamento dei Familiari responsabili, quindicinali per l’équipe, quindicinali per l’équipe dei Coordinatori, periodici per l’équipe complessa tra operatori e Familiari, mensili per tutte le équipe per la supervisione . In tutti questi luoghi di incontro è possibile affrontare tematiche legate alla programmazione e alla discussione dei piani di intervento dei nuclei accolti e alle dinamiche di gruppo, ponendo attenzione ai loro bisogni ed alle indicazioni date dai Decreti del Tribunale dei Minori e dai Progetti Quadro.
Si opera d’intesa con i Servizi invianti, i Servizi specialistici dove necessario, e le ospiti attraverso frequenti incontri. Tra i diversi soggetti coinvolti viene concordato un percorso di vita che si sviluppa attraverso un Progetto Quadro definito dai Servizi ed un Progetto Educativo Individuale elaborato all’ interno della Struttura (vedi Allegato 4).
Dopo anni di sperimentazione siamo arrivati alla decisione di lavorare per microprogetti attraverso l’individuazione di obiettivi S.M.A.R.T., perché possano essere Semplici, Misurabili, Accattivanti, Realistici, Temporalizzati, per le persone che devono viverli ed attuarli.
Mediante questa prassi di lavoro si focalizza l’attenzione alla mamma-donna, al bambino ed alla loro relazione e, quando possibile, alla famiglia d’origine ed all’ inserimento nel territorio circostante a favore di una buona socializzazione.
Vengono altresì attuati progetti ed interventi rivolti al singolo, al nucleo ed al gruppo ospitato, seguendo i principi ispiratori ed il Progetto Educativo Generale della Comunità.
Ogni nucleo assistito ha un Fascicolo Personale in cui sono riportati i dati personali, le informazioni sanitarie, le comunicazioni con il Servizio inviante ed ogni altra informazione connessa al P.Q. ed al PEI. Viene ovviamente garantita la piena e completa attuazione della normativa, civile e penale, a tutela del diritto alla riservatezza dei nuclei accolti.
La convivenza all’interno della Casa richiede particolare attenzione vista la diversa provenienza delle persone e il carico di dolore del quale ognuno è portatore e tenuto conto che la Casa è abitata da donne adulte, giovani donne e minori. Richiedono attenzione specifica il primo periodo dell’inserimento, l’emanazione di un nuovo decreto da parte del Tribunale dei Minori o del Tribunale Ordinario e le dimissioni. Vengono attuati colloqui individuali formali o informali, o anche di gruppo per sostenere ed accompagnare le persone accolte a comprendere e ad elaborare alcune situazioni o accadimenti del quotidiano. Vengono altresì programmate attività di gruppo interne o esterne alla struttura, volte a favorire la socializzazione e la condivisione di vissuti ed attività piacevoli.
Sono previsti, inoltre, particolari dispositivi, a carattere terapeutico, che favoriscano la discussione ed il confronto tra i diversi soggetti, sia su tematiche di interesse comune, sia su argomenti specifici proposti dall’ équipe o dalle Responsabili:
- “Gruppo di parola” tra le donne ospitate, condotto dalla Coordinatrice del Centro per la Famiglia Oltre le nuvole, psicologa, e dalla Coordinatrice della Casa, volto a favorire la discussione ed il confronto per quanto riguarda temi di interesse comune proposti da loro stesse o dalle professioniste. Gli argomenti e le modalità di conduzione hanno valenza terapeutica. Il gruppo si incontra con cadenza quindicinale.
- “Gruppo per la convivenza” proposto alle donne accolte e condotto Coordinatrice della Casa ed una operatrice di riferimento per la quotidianità, e per esigenze specifiche assieme ad uno dei Responsabili. Viene attuato con cadenza quindicinale ed ha lo scopo di favorire la condivisione di tematiche legate alla convivenza nella quotidianità, alla lettura e discussione in merito ai diritti/doveri di ogni individuo, ai diversi stili di vita, all’ utilizzo della parola piuttosto che agiti violenti o strumentalizzazioni dei figli.
- “Attività e progetti promossi dal Centro per l’Infanzia e la Famiglia Oltre le nuvole” e rivolti a gruppi di minori, coppie mamma-bambino e gruppi di mamme.
Viene inoltre garantita la possibilità di formazione per operatrici e Familiari, interna attraverso l’organizzazione di incontri formativi rivolti ad entrambi i gruppi, esterna mediante la partecipazione a seminari, convegni, master, corsi di perfezionamento o specializzazione secondo il Piano Formativo annuale.
È importante considerare come nella vita residenziale la questione del rapporto tra regole e quotidianità si ponga nei termini della condivisione di regole, che orientino i comportamenti al fine di adottare uno stile di vita rispettoso di tutte le persone accolte e dei loro diversi progetti di vita. A tale proposito sono stati predisposti specifici regolamenti interni.
“In ogni percorso di accoglienza residenziale dei bambini […] e delle loro famiglie […] è essenziale mantenere l’unitarietà, la coerenza e la congruità di azioni e fasi, dall’inizio alla fine dei percorsi, nel rispetto della continuità della storia della persona tra promozione, protezione e tutela”
“La finalità del percorso di accompagnamento è di garantire […] una valutazione appropriata e di qualità della situazione famigliare, con la relativa progettazione di un piano di azione unitario, partecipato, sostenibile e multidimensionale e in un tempo congruo, definito congiuntamente […] con la famiglia”
Si precisa che ogni accoglienza prevede dei servizi educativi e di cura di base (scheda A), dei servizi specifici legati al percorso (scheda B) e dei servizi aggiuntivi (scheda C).
L’attivazione, le procedure e la tempistica di tutti i servizi specifici o aggiuntivi vanno, di volta in volta, coprogettate e condivise tra le parti, ma in particolare con i soggetti accolti e protagonisti delle proprie vite.
Richiesta di inserimento
La richiesta di inserimento e quindi la valutazione di una possibile accoglienza, viene ben definita nella Carta dei Servizi per ciò che riguarda le procedure, le modalità e le tempistiche, tuttavia, ai fini progettuali e della coprogettazione, ricopre un’importanza particolarmente significativa per l’effettiva possibilità di dare avvio ad una collaborazione per un Progetto di Vita e quindi ad una nuova accoglienza.
Si evidenzia che i tempi di risposta e di concretizzazione d’accoglienza variano a seconda dei bisogni del nucleo e delle esigenze del Servizio, pur sapendo che la PRONTA ACCOGLIENZA si sviluppa con modalità di maggior urgenza. La richiesta può essere inizialmente scritta o telefonica per poi procedere secondo specifici accordi.
La Responsabile dei Servizi di Casa Taliercio, che riceve la richiesta di inserimento, provvede a richiedere al Servizio:
- Il Progetto Quadro
- La relazione dei diversi professionisti coinvolti
- L’eventuale Decreto del Tribunale dei Minori o Tribunale Ordinario
La Responsabile dei Servizi presenta la situazione al Direttore della Struttura, che a sua volta lo presenta al Consiglio per l’approvazione.
Fase di osservazione e conoscenza
La fase di osservazione e conoscenza si sviluppa in due fasi differenziate e caratterizzate da specifiche azioni che a diverso titolo coinvolgono i soggetti parte della coprogettazione.
L’idea di base è che, per poter formulare un Progetto Educativo Individuale che tenga conto dell’unicità di ogni soggetto e di ogni nucleo familiare, sia necessario conoscere e conoscersi. Diventa fondamentale, inoltre, strutturare un periodo di osservazione utile a far emergere e/o valutare possibili risorse, fragilità e potenzialità latenti. Questa fase si articola nelle fasi sottoindicate:
- a) la fase di PRE-INSERIMENTO si svolge nel tempo che intercorre tra la richiesta e l’accoglienza effettiva. Getta le fondamenta per lo sviluppo di progetti e relazioni future nel maggior interesse del nucleo da accogliere ed in particolare del minore coinvolto.
Strumenti fondamentali per la definizione degli accordi e della progettazione sono:
- Conoscenza del nucleo attraverso: possibili incontri con Servizi e/o nucleo, da effettuare presso il Servizio stesso o la nostra Struttura; condivisione del Progetto Quadro, del Decreto del TM o TO, relazioni del Servizio; condivisione, inoltre, delle motivazioni e delle scelte progettuali da parte della madre/donna, di altro genitore e dei Servizi coinvolti.
- Condivisione della nostra Carta dei Servizi, del progetto Educativo Generale comprensivo dei Percorsi differenziati, del Regolamento, dell’organizzazione della Quotidianità per le persone accolte, delle procedure e delle tempistiche per l’accoglienza, la Privacy, tenuto conto della gradualità necessaria a fronte delle condizioni emotive, cognitive e linguistiche. (Allegato 3)
- Richiesta di informazioni riguardanti lo stato di salute e accordi per esami clinici riguardanti la vita comunitaria.
- Predisposizione di spazi, strumenti e cartella per l’iniziale accoglienza.
- Reciproca conoscenza e iniziale osservazione dei singoli componenti del nucleo e della relazione.
Nel caso in cui non fosse possibile incontrare il nucleo nel tempo precedente all’ingresso, sia per motivi di lontananza che di vulnerabilità, alcuni aspetti verranno affrontati nei primi giorni successivi all’ inserimento.
- b) la fase di osservazione e conoscenza, iniziata al tempo del pre-inserimento, prosegue nel PRIMO PERIODO DI ACCOGLIENZA per un tempo contenuto e compreso tra uno e due mesi a seconda degli accordi e delle esigenze. Al termine di questo periodo concordato, verrà effettuata una valutazione congiunta tra le parti per confermare – modificare – interrompere il Percorso avviato.
Sulla base delle decisioni assunte potrà conseguentemente essere modificato anche l’accordo riguardante la retta, e questo sarà a carico della Direttrice o in sua assenza della Responsabile dei Servizi.
In questa fase l’equipe, condotta dalla Coordinatrice, in accordo con la Responsabile dei Servizi e sulla base di osservazioni, ascolto, colloqui con l’Ospite, sviluppa un Progetto Educativo Individuale utilizzando tempi e strumenti della MICROPROGETTAZIONE.
Strumenti essenziali in questa fase sono:
- Spazi e tempi di affiancamento al nucleo, dedicati alla conoscenza, alla trasmissione e all’osservazione; individuati e concordati periodicamente e da realizzare in almeno tre momenti specifici della settimana. Più precisamente, il nucleo viene affiancato da una operatrice per ciò che riguarda gli aspetti:
- di cura nella quotidianità (igiene personale e del figlio, camera e bagno, ambienti comuni, cucina);
- di gestione dei documenti personali e sanitari della madre e del figlio;
- di relazione mamma/bambino attraverso uscite e attività ludiche e culinarie a seconda dell’ età del minore;
- Primi colloqui per la raccolta di informazioni, compilazione della scheda anagrafica, della sottoscrizione di Regolamento e Privacy;
Alla luce della riforma e della riorganizzazione avviate nel corso dell’ultimo triennio, sono in fase di assestamento, sperimentazione e verifica sull’efficacia alcuni strumenti specifici proposti nelle linee guida nazionali derivate dall’implementazione del Progetto P.I.P.P.I. Tali strumenti potranno essere utilizzati per condividere bisogni, relazioni e tappe significative della storia del nucleo o dei diversi componenti, per attuare il percorso di osservazione e conoscenza e per coprogettare.
Inevitabilmente, il passaggio verso una nuova modalità operativa comporta la coesistenza di strumenti afferenti a progettualità e procedure vecchie e nuove.
In questa fase viene dedicata attenzione all’ascolto della persona nel rispetto della sua sensibilità e ad un graduale inserimento nelle dinamiche e abitudini comunitarie.
Allo stesso tempo vi è uno sguardo prospettico verso la fase conclusiva del percorso e gli ambiti fondamentali che riguardano il raggiungimento dell’autonomia e l’emancipazione del nucleo.
Fase di accoglienza
La fase di accoglienza si sviluppa a partire dalle osservazioni effettuate e dall’individuazione o dalla conferma della tipologia di Percorso concordato tra le parti.
A seguito della riforma del Progetto Educativo Generale sono stati delineati diversi Percorsi di Accoglienza, identificativi di specifiche situazioni di emergenza o di bisogno presentate dai nuclei. Questi percorsi, indicati nello schema iniziale e riportati in allegato al presente progetto, racchiudono l’insieme delle attività e degli interventi da poter attivare secondo le richieste dei Servizi invianti e tengono conto della persona, della relazione mamma/bambino e delle relazioni con l’ambiente,
In questa fase si inserisce la PRONTA ACCOGLIENZA che richiede tempi e procedure specifiche in virtù dell’urgenza. In questo caso, l’inserimento comporta l’introduzione di alcuni accorgimenti tendenti a tutelare sia le persone accolte che il nuovo nucleo pur garantendo le consuete modalità operative.
Le attenzioni specifiche utilizzate riguardano:
- l’individuazione di 2 stanze dedicate con relativi servizi;
- il reperimento e l’assegnazione di indumenti e generi di prima necessità quando totalmente assenti;
- la definizione del P.Q. e del P.E.I. entro il primo mese di permanenza;
- fin da subito viene posta particolare attenzione ai motivi e alle modalità delle dimissioni dalla Struttura nel caso in cui non sia possibile attivare una proroga dopo i primi 120 giorni.
Fase di conclusione del percorso
La fase di conclusione del percorso di accoglienza varia sulla base dei differenti Progetti di Vita, dei Progetti Quadro e delle indicazioni del Tribunale per i Minori e del Tribunale Ordinario.
E’ altrettanto delicata quanto quella dell’accoglienza, dove si rimettono in gioco tutte le paure e si prevede un altro “momento di passaggio da dentro a fuori”, ma con nuove incertezze.
E’ un momento carico di paure e di aspettative, caratterizzato da fragilità e possibili “passaggi all’atto”. In questa fase del percorso si inizia a definire la conclusione del tratto di vita vissuta presso la nostra Struttura, pertanto si tratta di coprogettare la soluzione più adeguata nel rispetto delle esigenze dei minori, in prima istanza, e del piccolo nucleo in seconda battuta. Sarà una valutazione complessiva a definire l’orientamento da intraprendere.
Le aree di valutazione e progettuali di questa fase sono ben descritte nella Carta dei Servizi e riguardano: l’area lavorativa, l’area abitativa, le capacità genitoriali e la relazione con l’ambiente.
Follow up
Nel periodo post dimissioni sono previsti dei momenti di follow up come aggiornamento dell’andamento del percorso riguardante i nuclei precedentemente accolti. Le tempistiche sono determinate da diversi fattori riguardanti i soggetti, ma anche le collaborazioni con i Servizi.
Le modalità sono altrettanto diversificate: telefoniche sia con la madre che con il Servizio, comunicazioni via mail per eventi significativi, contatti social e monitoraggio per i nuclei residenti nelle vicinanze attraverso l’invito ad eventi pubblici e consegna Banco alimentare o Farmaceutico.
Gli elementi raccolti attraverso queste forme di rilevazione formale ed informale favoriscono ed inducono riflessioni sulle modalità operative e progettuali attivate rispetto ai singoli e alla complessità delle persone accolte. Per questo ed altri motivi, nel 2017, abbiamo dato avvio alla riorganizzazione dei Servizi dell’Istituto e alla revisione del Progetto Educativo Generale, comprensivo di nuovi strumenti, per adeguare il lavoro svolto dall’ Equipe alle esigenze dei nuclei accolti nella loro complessità e tenuto conto delle fragilità socio-economiche del momento storico.
La gestione della quotidianità e della progettualità si inserisce in un contesto di realtà nel quale possono accadere molti eventi imprevisti, che comportano la capacità di mettere in atto azioni di tutela per le persone presenti e coinvolte in situazioni di emergenza.
Trattandosi di una molteplicità di questioni si è optato per allegare in un documento tutte le schede specifiche (vedi allegato n. 2)
Modulistica
La modulistica utilizzata dal momento dell’accoglienza al momento delle dimissioni è suddivisa in procedure, procedure operative, procedure di emergenza, modelli di dichiarazioni, modelli per il PEI e regolamenti che si trovano nei diversi file del sistema operativo.