Scopri assieme a noi la storia dell’istituto e dei suoi servizi.
La nostra storia
Come nasce la casa famiglia
Il 12 novembre 1909 il Card. Cavallari comunica al papa Pio X che “alcune signore sono pervenute nell’idea di aprire una casa di rifugio ove accogliere quelle figliuole che non possono essere accettate nei pubblici ricoveri o che, mancando di ogni appoggio, potrebbero facilmente cadere in rovina non essendovi chi le protegga ed assista nei loro bisogni”. Era questa la realizzazione di un desiderio più volte espresso da Pio X quando era patriarca a Venezia.
Il 15 novembre 1909 Pio X restituisce la lettera con in calce la raccomandazione di dare avvio all’iniziativa e per i fondatori e sostenitori di quest’opera di “vera carità” assicura la sua apostolica benedizione e l’indulgenza di 300 giorni.
Cinque mesi dopo, il 19 marzo 1910 con la benedizione di Pio X viene inaugurata “Casa Famiglia” con lo scopo di “educare cristianamente le giovinette, secondo i principi della Chiesa Cattolica Romana, con particolare riguardo a quelle irregolari nella condotta, gestanti o madri; soccorrere tali giovinette e aiutarle nella cura specifica nei loro compiti materni verso il proprio bambino, curando altresì il loro addestramento al lavoro per rendere possibile un normale e cristiano reinserimento nella società”.
I primi cinquant'anni
Per molti anni l’Istituto, dopo la sua apertura, ha provveduto ad accogliere “ragazze gestanti conosciute all’ospedale e in carcere o trovate raminghe per la città e ragazze madri”, ad assisterle nel periodo di gravidanza e, dopo la nascita del bambino, fino a che non avessero trovato una sistemazione per il futuro.
L’Istituto ha continuato la sua opera superando periodi storici e sociali estremamente difficili e martoriati, come la Prima Guerra Mondiale e la successiva pandemia denominata “la Spagnola”, ed il secondo conflitto mondiale, non perdendo di vista la mission originaria. Dal 1951 al 1971 “Casa Famiglia” sperimenta una convenzione con il Ministero di Grazia e Giustizia per “ospitalità a minorenni irregolari nella condotta, gestanti e madri col bambino” assistendo 425 ragazze.
La Fondazione di Religione
Tutti i patriarchi di Venezia hanno promosso l’attività di questa istituzione della Chiesa veneziana e con l’approvazione di una serie di statuti sono intervenuti nel funzionamento stesso della Casa, che è stata eretta in persona morale dal Card. Piazza nel 1943 ed in persona giuridica con finalità di religione dal Card. Urbani il 21 novembre 1960 “in considerazione della paterna benevolenza dimostrata all’Istituto dai Patriarchi di Venezia in numerose testimonianze di stima, di incoraggiamento e di approvazione per l’opera umile ma efficace finora svolta”.
L’Istituto Casa Famiglia S. Pio X ha ottenuto il riconoscimento giuridico con Decreto del Presidente della Repubblica n. 693, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 191 del 3 agosto 1961.
Dal 1962 l’Istituto Casa Famiglia San Pio X ha gestito anche un Asilo Nido aperto al territorio e riconosciuto dalla Regione Veneto, con una capienza di 30 posti, cinque dei quali riservati ai bambini delle mamme ospitate nell’Istituto stesso.
La Casa viene chiusa nel 1973, per breve tempo, al termine della gestione da parte della Sig.ra Nordio, sia per la mancanza di persone adeguate che potessero gestire la Casa, sia per problemi economici, essendo venuta a cessare la convenzione con il Ministero di Grazia e Giustizia ed i contributi da parte di enti pubblici (ONMI).
Dopo questo periodo di chiusura, per volontà del Card. Albino Luciani (Patriarca di Venezia 1969-1978), viene riaperta e la gestione affidata alla signora Paola Spada, responsabile della “Casa della Mamma” di Roma, che sottoscrive con la Curia Veneziana una convenzione di tre anni, facendosi carico di tutti gli oneri finanziari e le responsabilità educative, chiedendo che venissero reperite delle persone veneziane che, anche non continuativamente, fossero coinvolte nella direzione della Casa. Allo scadere del triennio il gruppo romano proponeva di studiare una ristrutturazione della casa ed una nuova gestione facente capo ad un Consiglio di Amministrazione. Venne rinnovata la convenzione per un anno e la signora Spada si impegnava a sostenere gli oneri finanziari soltanto fino al 30% delle spese del bilancio del 1977.
Il Patriarca Card. Luciani nominò un Consiglio di Amministrazione formato da tre persone veneziane e da due romane, una delle quali venne nominata presidente, con compiti decisionali e responsabilità giuridico-economica.
Dopo l’introduzione in Italia della legge sul divorzio, si è pensato di adeguare la finalità dell’Istituto alla nuova situazione in cui venivano a trovarsi molte donne: un decreto del Patriarca Card. Marco Cè del 24 febbraio 1983 modifica l’art. 2 dello statuto dell’Istituto, recepito poi dal Decreto del Presidente della Repubblica del 26 maggio 1987.
In questa fase storica, Casa Famiglia non accoglie solo le “ragazze madri”, ma “le giovani e le donne in difficoltà, con particolare riguardo a quelle gestanti, madri nubili e madri separate”.
Nel mese di settembre 1978 il Patriarca Albino Luciani, ormai divenuto Papa Giovanni Paolo I, riceve la disponibilità delle Suore Dorotee dell’Istituto Farina di Mestre, per garantire la continuità della direzione di Casa Famiglia, con le quali viene sottoscritto un regolare contratto di collaborazione che durerà fino agli inizi degli anni ’90.
In una “relazione morale”, si legge che le collaboratrici assieme alle Suore Dorotee hanno cercato che “l’Istituto Casa Famiglia diventasse veramente una ”Famiglia”, dove tutte le ospiti avevano un ruolo di collaborazione ed in questa famiglia aperta a tutti nessuno era tenuto a giudicare gli altri, ma accettazione totale ed affetto dovevano essere le basi dell’accoglienza. Anche in questa famiglia come in tutte le famiglie, c’erano alcune regole da rispettare, regole che dovevano educare”.
Di fronte al problema, più volte dibattuto, di trasferire l’Opera nel centro storico per toglierla dal dall’Isola della Giudecca, la Madre Superiora si mostra contraria per timore che la comunità delle Suore venga smembrata e il Patriarca chiede di darsi tempo per studiare le soluzioni tecniche più idonee ed “esorta a non porre l’opera in stato di provvisorietà, ma di lavorare con impegno sia a livello pedagogico, pastorale, che di sensibilizzazione”.
Nel maggio del 1990 era stato raggiunto un accordo con Madre Teresa di Calcutta, ma poi Madre Teresa ha accolto la richiesta di Papa Giovanni Paolo II di recarsi con le sue suore nei Balcani. Dal 3 Marzo 1991 presteranno la loro opera nell’Istituto le suore e sorelle laiche della Piccola Famiglia della Visitazione di Sanmartini, una comunità religiosa di Bologna, con la guida di Don Giovanni Nicolini.
Questa collaborazione durò fino a gennaio 1998, quando la comunità non ha più potuto garantire la sua presenza per le accresciute responsabilità assunte nella Diocesi di Bologna e per aver aperto una missione in Africa.
La Casa viene affidata agli sposi della Diocesi
Nel 1990 il Patriarca Cè affida la gestione dell’Opera alla Commissione Diocesana della Pastorale per la Famiglia perché gli sposi siano testimoni concreti dell’amore che li unisce.
Nel maggio del 1991 il Patriarca Ce’ affida la direzione della Casa ad una coppia di sposi e, per la prima volta, la presidenza viene affidata ad un uomo. Viene introdotta così nella Casa la presenza maschile laica per far conoscere e sperimentare alle ospiti una “figura di uomo diversa” da quella che avevano sperimentato fino a quel momento.
Dopo la rinuncia delle Suore di Sanmartini a prestare la loro collaborazione nella gestione della Casa, e dopo un anno di esperienza, alcune coppie veneziane, nel maggio del 1999, dichiarano al Patriarca Cè la loro disponibilità ad assumere direttamente la responsabilità di Casa Famiglia S. Pio X, affiancando il personale professionale che nel frattempo era stato inserito nel lavoro con le ospiti.
Questa modalità di gestione è rara in Italia perché altrove troviamo la presenza di singoli volontari che affiancano saltuariamente gli operatori professionali, mentre nella nostra Casa gli sposi, chiamati “Familiari”, che prestano la loro presenza, collaborano a pieno titolo con gli operatori e partecipano settimanalmente alla verifica del lavoro fatto, alla programmazione per la settimana successiva ed alla supervisione con uno psicoterapeuta esterno.
Nel 2014 l’Istituto Casa Famiglia San Pio X ha ottenuto per la prima volta l’accreditamento istituzionale da parte della Regione Veneto ( L.R. 22 del 16/08/2002) come struttura sociale e Comunità educativa mamma-bambino, che permette di operare a pieno titolo in collaborazione con i Servizi Sociali e Sanitari.
Nasce l’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus
Per aiutare le mamme che escono dalla Casa e per sostenere nuovi progetti di Casa Famiglia, le coppie di sposi fondano nel 2005 l’associazione Amici di Casa Famiglia, che nel tempo ha permesso all’Istituto di partecipare a bandi per ottenere finanziamenti e così poter rispondere ai nuovi bisogni delle donne e dei bambini ospiti ed ex ospiti della Casa.
Nasce il percorso di accompagnamento all’autonomia: Progetto Abitare
A partire dal 2007, nasce all’interno di Casa Famiglia San Pio X il Progetto Abitare, sulla base di una buona pratica di accompagnamento al percorso di autonomia abitativa dei nuclei in uscita dalla comunità mamma-bambino. Basandosi su studi e riflessioni, è nata l’idea di attivarsi con personale, Familiari e volontari per accompagnare le mamme e i bambini durante il primo, fragile, periodo di autonomia.
Vengono dedicati a questo progetto degli spazi all’interno della struttura: quattro piccoli appartamenti contigui al giardino di Casa Famiglia, inizialmente chiamati “le casette”, ed “Il Nido di Elena”, al secondo piano della Casa.
Questi luoghi sono dedicati a nuclei che hanno raggiunto un buon livello di autonomia, ma, se necessario, garantiscono la protezione da eventuali situazioni di violenza subita precedentemente.
Un passaggio successivo arriva con l’assegnazione di appartamenti ad affitto calmierato affidati alla gestione di Casa Famiglia San Pio X, ed in seguito anche all’Associazione Amici di Casa Famiglia Onlus, da parte di cittadini, Enti ed associazioni.
Nel tempo prendono avvio diverse sperimentazioni di nuove esperienze e progetti di Housing sociale.
Inaugurazione Centro per l'infanzia e la famiglia "Oltre le nuvole"
Negli spazi occupati dall’Asilo Nido chiuso nel 2017, come conseguenza della crisi socio-economica che ha portato, negli ultimi anni, ad una riduzione delle richieste di inserimento dei bambini da parte delle famiglie, è stato progettato, restaurato ed allestito il Centro per l’Infanzia e la Famiglia “Oltre le nuvole”.
Il centro è stato inaugurato il 13 maggio 2019, alla presenza del Patriarca Francesco Moraglia e dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Venezia Simone Venturini.
Lo scopo del Centro è di sostenere le famiglie ed i bambini, non solo della struttura o legati ad essa, ma anche del territorio cittadino, attraverso incontri formativi, attività ludico-ricreative e percorsi di sostegno alla genitorialità. Una prerogativa del Centro è quella di essere aperto 7 giorni su 7, con un orario prolungato, per aiutare le famiglie impegnate molte ore nell’attività lavorativa.
Una nuova avventura: Casa Taliercio
Dal 2020 è stata data in comodato d’uso da parte della Diocesi di Venezia all’Istituto Casa Famiglia San Pio X, Casa Taliercio, che per decenni ha offerto un servizio di prima accoglienza per donne in difficoltà, prevalentemente straniere che spesso avevano perso il lavoro come “badanti”, ed è stata chiusa nel 2019.
Casa Taliercio è stata inaugurata il 15/9/2021 alla presenza di oltre 100 persone e del Patriarca di Venezia S.Ecc.za Mons.Francesco Moraglia, dell’assessora ai servizi sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin e dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Venezia Simone Venturini ed oggi è pienamente operativa.